Il Triangolo d’Oro è una delle mete emergenti del Myanmar e del sud-est asiatico. Un luogo ricco di fascino e storia, legato fino a pochi anni fa a doppio filo alla coltivazione dell’oppio e al traffico di droga.
Per lungo tempo il nome di Triangolo d’Oro è stata la seconda regione al mondo per produzione di eroina dopo l’Afghanistan.
Oggi, dopo numerosi interventi e progetti di sviluppo, il Triangolo d’Oro accoglie i viaggiatori guardando al futuro con fiducia e ottimismo.
Con il termine Triangolo d’Oro si indica un territorio di circa un milione di chilometri quadrati diviso tra Myanmar, Laos e Thailandia. In lingua locale è conosciuto con il nome di Sop Ruak perché qui il fiume Ruak incontra il Mekong.
Il Triangolo d’Oro è terra di montagne e di colline avvolte nella nebbia, di templi nascosti tra i fitti boschi e i piccoli villaggi di confine. Un luogo affascinante e misterioso, fino a pochi anni fa precluso ai turisti e ai viaggiatori.
La principale città di confine sul lato del Myanmar è Tachileik, dove svetta l’elegante Shwedagon Pagoda. In tutta l’area sono tantissime le cose da vedere, come ad esempio il Phra That Doi Pu Khao, un tempio risalente all’ottavo secolo situato su una ripida collina.
Il Triangolo d’Oro è comodamente raggiungibile da tutte le principali località del Myanmar. Si possono inoltre ottenere permessi speciali per visitare la regione dal Laos e dalla Thailandia.
Negli ultimi anni sono stati realizzati numerosi programmi di sviluppo che hanno interessato il territorio e la popolazione del Triangolo d’Oro, con l’obiettivo di convertire le coltivazioni di oppio e combattere la dipendenza da droghe.
Un programma ambizioso che sta iniziando a dare i suoi frutti. Oggi il Triangolo d’Oro apre la porte ai viaggiatori interessati a scoprire un luogo affascinante nel cuore del sud-est asiatico.
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