Nei mesi precedenti abbiamo già introdotto il tema della cucina in Perù; quindi non ci soffermiamo oltre a ribadire la varietà, la quantità e la qualità di cibi prelibati che questo paese può vantare, ma entriamo nel merito dell’offerta gastronomica di Lima e dei piatti tipici di questa città.Lima, capitale del Perù, rappresenta il centro nevralgico della gastronomia peruviana. Qui è molto marcata l’influenza delle diverse culture culinarie dei conquistadores, i quali hanno portato cibi e tecniche tipiche del proprio paese, progressivamente adottate e integrate alla tradizione gastronomica del Perù.
In particolare la cucina di Lima prende spunto e ispirazione dai popoli asiatici, provenienti da Cina e Giappone.
La Cina ha aperto, infatti, la via alla soia e allo zenzero, molto presenti nella cucina fusion di Lima; mentre l’influenza del Giappone si fa sentire soprattutto nel modo in cui viene trattato il pesce crudo.
L’ingrediente che contraddistingue i menù delle principali tavole di Lima è proprio il pesce e il piatto più conosciuto e ricercato, emblema della cucina peruviana, è il ceviche. La ricetta del ceviche è molto semplice, ma la giusta combinazione di sapori e profumi lo rende eccezionale al palato.
Si tratta, infatti, di pesce crudo o frutti di mare marinati nel succo di lime e aromatizzati con spezie quali il peperoncino o il coriandolo. Diverse le possibili variazioni sul tema, la più di tendenza in questo momento – tale da contagiare una grande metropoli come New York – è la leche de tigre. Una versione in formato cocktail del ceviche, preparata solo con pesce di carne bianca, dalle proprietà afrodisiache.
Ma non c’è solo pesce a Lima. Per i più golosi consigliamo di non lasciarsi sfuggire l’occasione di concludere un’ottima cena con un suspiro alla limena. Un delizioso dessert al cucchiaio a base di latte condensato e tuorli d’uovo, ricoperto da una dose generosa di meringa a crudo spolverizzata di cannella.
Il suspiro alla limena è un dolce tradizionale del Perù, introdotto nella cucina di Lima a partire dalla seconda metà dell’800.
Si dice che ad inventarlo sia stata Amparo Ayarez, moglie del poeta José Gálvez Barrenechea, il quale lo definì “morbido e dolce come il sospiro di una donna”.
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