Orientamento è una parola chiave per ogni viaggiatore.
Orientarsi vuol dire letteralmente sapere dove sta l’Oriente, cioè conoscere la propria posizione all’interno di un sistema di riferimento, geografico o, per estensione, psicologico.
Perdersi è stato da sempre il rischio più temuto da ogni viaggiatore, anche se trovarsi in un luogo di cui si ignora l’esatta posizione e non sapere quale sia la strada per raggiungere la propria metà abbia costituito un’esperienza assai frequente per i viaggiatori premoderni, di solito in possesso di precari strumenti di orientamento. Perdere la rotta e andare alla deriva o smarrire la strada e vagare senza meta hanno rappresentato anche i tipici eventi perturbatori, da cui si è originata la macchina narrativa: si pensi all’Odissea, alla Divina Commedia oai Viaggi di Gulliver.

Oltre i percorsi noti, si dischiudevano i deserti, le selve e gli oceani in cui perdersi, ma si profilavano anche i favolosi spazi dell’avventura, dove nulla sembrava impossibile.
Tuttavia, smarrire la strada poteva significare anche smarrirsi, vivere un’esperienza di sbandamento, perdere sé stessi e la propria identità.
Questa convergenza semantica è testimoniata dal verbo errare, che, insieme al significato di «vagare qua e là», possiede anche quello di «sbagliare».

Il nesso tra errore ed erranza è suggerito dalla leggenda alto-medioevale dell’Ebreo Errante, condannato a vagare eternamente per non avere riconosciuto e anzi per avere dileggiato il Cristo durante la Passione. Le Juif errant è il titolo di un romanzo popolare di Eugène Sue del 1844-45, che si apre con la comparsa di misteriose impronte nella neve impresse simmetricamente sulle due rive, quella siberiana e quella alaskana, dello stretto di Bering.

Nel folclore del Nord–Europa sono diffuse le leggende dell’Olandese volante e del vascello fantasma, che una misteriosa maledizione condanna a solcare i mari in eterno senza mai approdare a un porto. A rendere celebre la storia sono state l’opera di Richard Wagner L’olandese volante e The Flying Dutchman on Tappan Sea dello scrittore americano Washington Irving.
Franco Brevini

Ha scritto una quarantina di libri pubblicati dai maggiori editori, insegna all’università, è editorialista del Corriere della sera, ha scalato migliaia di cime sulle Alpi e fuori, ha viaggiato ai quattro angoli del mondo. Ed è amico di Earth Viaggi.
Franco Brevini inizia la sua collaborazione con il nostro sito, dove alternerà i suoi racconti sui viaggi che ha compiuto a riflessioni sul muoversi nel mondo ieri e oggi.
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