La Namibia nasconde alcuni tesori della natura assolutamente unici, in tutti i sensi. Un esempio è la celebre Skeleton Coast. Scopriamo di più!
Il nome inquietante tradisce una certa aura sinistra. Basti pensare che per i san (conosciuti anche come boscimani) questa è la terra che Dio ha creato con rabbia. I navigatori portoghesi erano invece soliti riferirsi alla Skeleton Coast come la porta dell’inferno.
La Skeleton Coast è una porzione della costa atlantica del Paese, situata nelle regioni settentrionali, che si sviluppa su una lunghezza di circa 500 chilometri. Il suo nome deriva dalle centinaia di scheletri di imbarcazioni nelle quali è possibile imbattersi in quest’area. Navi portoghesi e tedesche che in passato si sono scontrate con le particolari condizioni atmosferiche della costa, andando incontro a una brutta fine.
E’ infatti caratterizzata dalla presenza di venti freddi della corrente del Bengala provenienti dal mare, che si scontrano con il vento caldo del deserto del Namib. Le due correnti danno vita a una fitta nebbia che avvolge la costa per la maggior parte dell’anno, rendendo difficile e pericolosa la navigazione.
Per questo motivo, per lungo tempo la Skeleton Coast è stata celebre tra gli esploratori e i cacciatori di balene per la sua fama sinistra, oggetto di tante storie finite quasi sempre male. A ciò si aggiungono le particolari condizioni dell’entroterra: si tratta di un luogo spoglio, inospitale, dove le risorse per sopravvivere sono decisamente limitate.
Gli unici abitanti della regione sono gli himba, ultimi nomadi della Namibia famosi per la dura fierezza e la capacità di vivere in un ambiente estremo.
Oggi una porzione della Skeleton Coast è protetta dallo Skeleton Coast National Park, che assicura il rispetto della natura di un luogo tanto difficile quanto straordinario e unico nel suo genere.
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