Pubblichiamo questo bellissimo racconto di Elisa Fabbri, che ha deciso di relizzare il suo sogno di viaggiare alla scoperta del Sud America. Buona lettura!
Mi chiamo Elisa, italiana di Forlì. Come molti in questo delicato periodo socio-politico-culturale, sono stata licenziata a causa della crisi.
Senza lavoro, senza compagno, ho pensato fosse il momento ideale per fare ciò che più mi piace, viaggiare.
La meta è presto decisa: il Sud America. Prenoto su internet un volo di sola andata per la città più a sud del mondo, Ushuaia, con l’idea di spostarmi poi in Antartide, un continente che mi affascina fin da bambina, e il 17 Aprile inizio il mio viaggio alla scoperta delle terre australi.
Non riuscirò a visitare Antartide, c’è già pericolo iceberg per le rompighiaccio che devono attraversare lo scorbutico Drake Channel e quindi, piano piano, con uno zaino di 20 chili e un budget molto limitato, scandaglio la Tierra del Fuego e la Patagonia.
Sono in viaggio da sei mesi e la gente non smette di sorprendermi: qui si tocca con mano e con il cuore la voglia di condividere emozioni e storie. Non è ancora arrivata l’ansia del mondo occidentale e tutti sono disponibili nell’aprire le porte di casa a una sconosciuta, che si muove facendo autostop, couchsurfing o semplicemente domandando ospitalità.
In sei mesi mi sono rotta tre legamenti, visitato due stati, imparato una lingua e i suoi simpatici modismi, lavorato e conosciuto persone eccezionali con storie incredibili da raccontare.
Mi sono riempita il cuore, l’anima e i piedi di questa natura selvaggia spettacolare e grandiosa: il Fitzroy, il Perito Moreno, Torres del Paine, il vulcano attivo Villarrica, i moai dell’Isola di Pasqua solo per ricordarne qualcuno, ma ciò che mi motiva a camminare è l’assoluta certezza di aver visto nemmeno un decimo di ciò che questo continente può offrire in termini di natura, cultura e socialità.
Nel frattempo la meta finale è cambiata. Voglio raggiungere la Nuova Zelanda percorrendo tutta la costa ovest del continente americano, raggiungere Alaska, passare in Giappone e da lì in Australia e alla terra dei Kiwi e poi… chissà!
Vi scrivo da Capitan Pastene, un delizioso villaggio costruito da coloni modenesi, trasferitisi in Cile nei primi anni del ‘900. Le dolci e verdi colline, le panchine sotto ai ciliegi in fiore davvero mi ricordano della mia amata Emilia Romagna, e in questa giornata oziosa e primaverile, l’Italia sembra meno lontana…ma io, continuo a camminare.
Foto di Elisa Fabbri.
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