Nella foresta pluviale amazzonica vive un popolo unico nel suo genere.
Sono gli Yanomami, indios stanziati nella foresta amazzonica a cavallo tra il sud del Venezuela e il nord del Brasile, nell’area compresa tra i bacini dei fiumi Orinoco e Rio delle Amazzoni, e sono tra i popoli autoctoni più antichi del Sud America.
Per gli Yanomami la terra e la foresta non rappresentano uno spazio da cui trarre profitto ma un’entità viva, inserita in una complessa dinamica cosmologica, che va protetta e rispettata, dal sasso più piccolo alla montagna più alta.
Gli Yanomami vivono in villaggi tipici (shabono) dalla caratteristica forma ovale, costruiti interamente con le loro mani, impiegando materiale proveniente dalla foresta come tronchi d’albero, foglie e liane.
La sopravvivenza di questi gruppi etnici dipende strettamente dall’ambiente in cui vivono: traggono sostentamento dalla coltivazione (tabacco, tuberi, banane), dalla raccolta di frutti spontanei, dalla caccia e dalla pesca. Come la maggioranza delle popolazioni indigene sono di fede animista e praticano rituali sciamanici. La pianta dell’epenà viene usata nella preparazione di una sostanza allucinogena (yopo) durante questi riti. Dai fiori e dalle foglie dell’epenà vengono inoltre estratti i colori per le decorazioni tipiche dei rituali a festa.
Le feste della tribù, come quella del rehao, che celebra la maturazione dei frutti, diventano spesso occasioni di sfilate che le famiglie mettono in scena per dimostrare la loro potenza e ricchezza, sia spirituale che fisica. Gli uomini, con i colori della guerra dipinti addosso, danzano con il loro arco hatonai, lungo oltre due metri e con frecce scereka anch’esse ben più alte dei guerrieri stessi.
Un’estetica molto precisa
ogni virgola che compare sulle loro schiene, ogni sbaffo, cerchio o serpente d’ocra che orna i loro corpi ha un preciso significato.
Il rosso e il marrone sono i colori della gioia e dell’amicizia. Il nero e le sfumature scure significano guerra. Il bianco dimostra amicizia e volontà di pace. La pittura corporea viene fatta per lotte, feste e riti di uomini e donne. Le linee vengono eseguite con un pezzo di liana masticata in punta passata nell’urucù – colore ottenuto dai semi di bixa – e usato come pennello. I motivi disegnati riproducono il mantello delle pelli degli animali sacri all’Indios: giaguari, serpenti, e ocelot soprattutto. Si entra così nel mondo degli ekurà, gli spiriti della foresta.
Gli Yanomami custodiscono una tra le culture millenarie più straordinarie, che deve essere preservata, insieme alla natura incontaminata in cui vivono così in simbiosi.
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