Oggi andiamo alla scoperta delle esplorazioni dell’Himalaya! Un tuffo nel passato tra le più alte vette del Pianeta, pronti a partire? Il suo nome in sanscrito significa dimora delle nevi. Lungo i suoi 2.400 chilometri di lunghezza e circa 200 chilometri di larghezza si stagliano le più alte vette della Terra. L’Himalaya, intesa sia come catena montuosa che come area geografica, è uno luoghi più spettacolari del Pianeta, dove la natura regna sovrana unendosi a tradizioni religiose millenarie.
Per secoli l’Himalaya è rimasto inaccessibile al mondo occidentale. Le imponenti montagne hanno rappresentato un insormontabile ostacolo geografico e culturale, che hanno trasformato questo luogo in una terra leggendaria e remota.
L’esplorazione dell’Himalaya è stata resa possibile nel corso dei secoli grazie alle rotte dei fedeli, dei mercanti e dei mercenari che si spostavano da un’area all’altra del continente per raggiungere la Cina, l’India e l’Asia Centrale.
La prima mappa di una certa precisione risale al 1590, a opera di Antonio Monserrate, un missionario spagnolo al servizio dell’imperatore Akbar. La prima moderna esplorazione si deve invece al francese J. B. Bourguignon d’Arville, che nel 1730 compì un importante viaggio nella regione effettuando notevoli rilevazioni cartografiche.
Con l’ingresso in scena dell’East India Company, a partire dalla seconda metà dell’800 iniziarono a delinearsi i contorni sempre più nitidi dell’Himalaya, con rilevazioni sempre più precise e nitide. La prima metà del ‘900 coincide con una grande stagione di imprese, che portarono alla scalata dell’Annapurna (1950), del Nanga Parbat (1953), del K2 (1954), del Kangchenjunga (1955) e del Lhotse (1956).
Oggi l’Himalaya continua ad attirare viaggiatori ed esploratori da tutto il mondo, spinti dal desiderio di conoscere da vicino un sistema naturale e culturale assolutamente unico.
Siete pronti a partire?
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