Fino a qualche anno fa, i visitatori di Siem Reap in Cambogia potevano assistere alle performance che il medico svizzero Beat Richner allestiva nella sala conferenze dell’ospedale Jayavarman VII: ogni giovedì e sabato sera andava in scena “Beatocello”, un personaggio inventato dal dottor Richner unendo la passione per il violoncello al desiderio di raccontare le vicende che lo hanno condotto a sostenere i bambini cambogiani dal punto di vista medico.
Oggi il dottor Beat Richner, nato nel 1947 in Svizzera, è affetto da gravi problemi di salute e non è più in grado di mettere personalmente in scena il suo spettacolo, a metà tra teatro e concerto musicale, con cui invitava i visitatori stranieri a lasciare un contributo concreto in favore delle strutture sanitarie create a supporto della pediatria in Cambogia.
E’ però tuttora possibile assistere ad un filmato sulla sua storia, proiettato ogni giovedì sera all’ospedale Jayavarman VII di Siem Reap.
Photo-credit: Wikipedia
Il dottor Beat Richner giunse in Cambogia nel 1974 dopo essersi specializzato in pediatria e servì nella Croce Rossa Svizzera a Phnom Penh presso i disastrati ospedali Kantha Bopha, così chiamati in memoria dell’amata figlia del re cambogiano Norodom Sihanouk, deceduta nel 1948 di leucemia a soli 4 anni.
La presa del potere da parte dei Khmer Rossi di Pol Pot indusse Richner ad abbandonare la Cambogia nel 1975, ma il pensiero delle condizioni sanitarie drammatiche in cui versavano i bambini cambogiani e degli altissimi tassi locali di mortalità infantile non smise di tormentarlo.
Non appena il regime di Pol Pot si disgregò e le macerie della guerra contro il Vietnam smisero di bruciare, il dottor Beat Richner fece ritorno nel 1991 in Cambogia e si attivò concretamente per curare i bambini, ammodernare e ampliare il sistema sanitario pediatrico del Paese ed infine sensibilizzare governi e privati per raccogliere i fondi necessari al funzionamento degli ospedali che man mano fondava e apriva.
La frase indimenticabile pronunciata da Beatocello alla conclusione dei suoi spettacoli a Siem Reap era un invito: ai giovani in platea a donare del sangue al centro trasfusioni, alle persone anziane a donare un contributo in denaro alla struttura ospedaliera e alle persone nel mezzo, cioè né giovani né anziane, di donare sia il sangue che il denaro.
Il sistema di ospedali pediatrici Kantha Bopha fondato e gestito dal dottor Richner si basa infatti sul supporto economico fornito dalla sua fondazione e dalle donazioni volontarie che questa raccoglie: ciascuno dei 5 ospedali infatti è completamente gratuito per i bambini cambogiani e per le loro madri.
Quasi un milione di piccoli pazienti viene curato gratuitamente ogni anno nelle strutture dei Kantha Bopha di Siem Reap e Phnom Penh, cioè la stragrande maggioranza degli interventi medici sulla popolazione cambogiana al di sotto dei 15 anni e sulle donne in maternità.
In un Paese povero e prevalentemente rurale come la Cambogia, garantire l’accesso gratuito a cure sanitarie di altissimo livello come quelle fornite dai Kantha Bopha significa contribuire in modo concreto ed efficace allo sviluppo di un’intera nazione.
Oltre all’uso di macchinari e medicinali di ultima generazione, non dissimili da quelli utilizzati nei migliori ospedali dell’Europa e degli Stati Uniti, il dottor Richner ha voluto che la grandissima parte del personale dei suoi ospedali fosse locale, favorendo la crescita professionale di infermieri e medici cambogiani.
E’ comprensibile come un sistema sanitario gratuito così ampio, capillare, tecnologicamente avanzato e socialmente importante richieda un flusso di contributi economici costante e massiccio: per la cura di oltre 16 milioni di bambini in 25 anni sono stati spesi quasi 700 milioni di dollari, di cui il 3% circa proveniente dal contributo del governo cambogiano, il 4% circa dalla cooperazione del governo svizzero ed il restante 97% circa dalle donazioni private.
Si capisce quindi quanto rimarchevole ed impegnativo sia stato lo sforzo del dottor Richner nel sensibilizzare la gente, dai semplici visitatori dei templi di Angkor fino ai governanti di Stato, sull’importanza di contribuire economicamente al funzionamento degli ospedali, in un Paese dove gran parte della popolazione non è in grado di sostenere spese per la propria salute: oggi le spese vive ammontano a circa 40 milioni di dollari all’anno.
Come predisposto dal dottor Richner, i nosocomi Kantha Bopha continuano a funzionare anche senza la supervisione del suo fondatore, rientrato nel 2017 a Zurigo per curare la sua malattia.
Da alcuni mesi, inoltre, chi acquista il biglietto di ingresso alla cittadella archeologica di Angkor sostiene con un contributo automatico di 2 dollari le attività degli ospedali.
Oggi non abbiamo più il piacere di ridere e commuoverci durante le performance di Beatocello, ma la sua testimonianza, la sua opera ed il suo nome rimangono indelebili nella storia della Cambogia e soprattutto nelle storie di migliaia di persone che sono diventate adulte o madri grazie all’assistenza medica dei suoi centri.
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