La cima più difficile d’Italia si trova in Sardegna e sorge a due passi dal mare. È alta solo 143 metri, ma per raggiungerla occorre affrontare una dura scalata di settimo grado.
Facciamo queste considerazioni con il naso per aria, osservando l’Aguglia di Goloritzè che, come una lancia di pietra, sbuca dalla fitta vegetazione mediterranea.
È un monolito come tante celebri vette delle Alpi, dal Dente del Gigante al Campanile Basso di Brenta, dalle Torri del Vajolet al Campanile di Val Montanaia, ma le sue rocce sono bianche e levigate, quasi che una gigantesca pialla si fosse incaricata di eliminare ogni asperità dalle pareti strapiombanti.
Sorge in provincia di Nuoro, nel cuore della Sardegna selvaggia, tra il Tirreno e il Supramonte di Orgosolo. È una terra arida di pastori, di ovili, di carbonai, di uomini balenti, come si dice da queste parti per indicare un insieme di doti che hanno a che fare con il coraggio, l’oltranza, l’orgoglio, la sfida.
Le ville e il jet set della Costa Smeralda sembrano appartenere a un altro mondo.
A Cala Goloritzè il mare dà spettacolo con colori e trasparenze che solo in Sardegna si incontrano.
Ma invece di servirsi dei barcaioli di Cala Gonone, consiglio di scendere alla cala da Baunei e dal Bacu Goloritzè. È un vallone incassato che precipita verso il mare fra alte falesie di rocce. Ma lei, l’Aguglia, appare quasi subito, esile sentinella piantata come una meridiana sopra il fondale blu.
Ha scritto una quarantina di libri pubblicati dai maggiori editori, insegna all’università, è editorialista del Corriere della sera, ha scalato migliaia di cime sulle Alpi e fuori, ha viaggiato ai quattro angoli del mondo. Ed è amico di Earth Viaggi.
Franco Brevini inizia la sua collaborazione con il nostro sito, dove alternerà i suoi racconti sui viaggi che ha compiuto a riflessioni sul muoversi nel mondo ieri e oggi.
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