Oggi chiunque può cliccare Google Earth, ma vi fu un tempo in cui le carte geografiche costituivano segreti di Stato da custodire gelosamente.
Ne erano convinti Portoghesi e Spagnoli nel Cinquecento, quando le navigazioni oceaniche stavano riorganizzando la geopolitica del mondo.
La principale carta spagnola si chiamava Padrón Real o Padrón General.
All’aggiornamento, che avveniva nella redazione di Siviglia, contribuirono navigatori come Amerigo Vespucci, Sebastiano Caboto e Ferdinando Magellano, ma tutti gli ufficiali di bordo erano tenuti a compiere regolari rilievi durante la rotta e a consegnare le loro registrazioni ai regi cartografi della Casa de Contratación.
Nella Casa da Índia di Lisbona era invece esposto il Padrão Real («Modello Reale»), costantemente aggiornato e accuratamente mantenuto al riparo dagli sguardi indiscreti delle spie e dei mercanti stranieri. Era lo strumento e il simbolo della conquista portoghese dei mari.
Nel 1502 Alberto Cantino, un agente diplomatico del duca di Ferrara, riuscì a corrompere un cartografo reale e, per la cospicua somma di dodici ducati, ottenere una copia del Padrão Real, il cosiddetto Planisfero di Cantino. Oggi potete vederlo alla Biblioteca Estense di Modena.
Ha scritto una quarantina di libri pubblicati dai maggiori editori, insegna all’università, è editorialista del Corriere della sera, ha scalato migliaia di cime sulle Alpi e fuori, ha viaggiato ai quattro angoli del mondo. Ed è amico di Earth Viaggi.
Franco Brevini inizia la sua collaborazione con il nostro sito, dove alternerà i suoi racconti sui viaggi che ha compiuto a riflessioni sul muoversi nel mondo ieri e oggi.
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