È una retorica dell’iperbole quella che si spreca per i giganti di pietra della Patagonia. Pareti impossibili, difficoltà estreme, venti tempestosi, strenue battaglie: di questo lessico è fatta la storia del Cerro Torre e del Fitz Roy.
II Fitz Roy, così chiamato in onore del comandante della nave con cui Darwin fece il suo celebre giro del mondo, si materializza lentamente accanto al Torre sulla strada che da El Calafate conduce a El Chalten. Si levano irreali, quasi finti, sulla sconfinata pianura patagonica.
L’abitato del Chalten ha la precarietà degli avamposti estremi. Nonostante l’ottimismo delle sue fragili architetture precostruite, sembra resistere a stento al vento senza pace che spazza questa fin del mundo andina.
Le vette del Cerro Torre e del Fitz Roy sono due fra i luoghi più inaccessibili del pianeta. Per ammirare il Fitz Roy bisogna camminare almeno quattro–cinque ore.
La Laguna de los Tres è il punto più prossimo alla montagna senza affrontare difficoltà alpinistiche. Da lì in poi servono corda, piccozza e ramponi e tanta fortuna.
Basta alzare gli occhi verso gli incombenti giganti di granito arancione incrostati di ghiaccio per capire che qui le scale delle nostre montagne non funzionano più.
Tutto è più smisurato, grandioso, sconvolgente che da noi. A cominciare dal maltempo. Appendersi a quelle rocce gelate, investite dalle violente perturbazioni del Pacifico, continua a essere una grande sfida, che solo pochi sono in grado di vincere.
Franco Brevini
Ha scritto una quarantina di libri pubblicati dai maggiori editori, insegna all’università, è editorialista del Corriere della Sera, ha scalato migliaia di cime sulle Alpi e fuori, ha viaggiato ai quattro angoli del mondo. Ed è amico di Earth Viaggi.
Franco Brevini inizia la sua collaborazione con il nostro sito, dove alternerà i suoi racconti sui viaggi che ha compiuto a riflessioni sul muoversi nel mondo ieri e oggi.
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