Alziamo il volume e prepariamoci a un’esplosione di suoni! Oggi parliamo di musica del Maghreb, tra tradizione, innovazione e melodie senza tempo. Pronti a partire?
Con il termine musica del Maghreb si fa riferimento agli artisti del nord Africa e dell’Egitto. Grazie alla posizione geografica di questi Paesi, la tradizione musicale vanta un mix unico di suggestioni. L’Africa, ovviamente. Ma anche il Mediterraneo e il Medio Oriente, un melting pot che ha dato vita a una ricca e vivace discografia.
L’esempio migliore da questo punto di vista è il Raï, genere nato in Algeria all’inizio del ‘900 ed esportato con successo in tutto il mondo. Per effetto del colonialismo francese, il Raï è diventato fin da subito espressione dei giovani delle città, dando ampio spazio a tematiche politiche e sociali. Uno dei più celebri esponenti di questa musica è Cheb Khaled, conosciuto semplicemente come Khaled, artista che nel corso degli anni ha ottenuto un successo planetario.
La musica del Maghreb si caratterizza per un mix di tradizione e sperimentazione che varia da Paese e Paese.
In Libia, per esempio, prevale un approccio più “tradizionale”, legato alle radici africane e alla spiritualità. Nella stessa direzione va la musica berbera, figlia del deserto e tramandata oralmente di generazione in generazione.
La musica del nord Africa ha inoltre avuto un ruolo importante nell’evoluzione della world music e della contaminazione culturale, soprattutto negli anni ’80 e ’90.
Sono numerosi gli artisti maghrebini che hanno ottenuto successo al di fuori dei confini regionali. Basti pensare al già citato Khaled, oppure alla cantante tunisina Latifa, o ancora all’algerino Abdel Ali Slimani. Sul fronte della musica “classica” Anouar Brahem è sicuramente uno dei nomi più conosciuti. Il maestro di oud (tradizionale liuto di origine mediorientale) vanta collaborazioni con mostri sacri e una ricca discografia.
Non resta che inforcare le cuffie, alzare il volume e viaggiare a ritmo di musica!
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