Prima che la caccia spietata ne sterminasse quasi completamente la popolazione, anche alle nostre latitudini i lupi costituivano una seria minaccia soprattutto per i greggi, ma anche per chi si muoveva nei luoghi più isolati.
Animale totemico dei popoli cacciatori, celebrato dalla tradizione fiabesca, da Esopo ai Fratelli Grimm, vittima di una fra le più consolidate zoofobie, di cui è rimasta traccia nel linguaggio corrente (il «lupo cattivo», «in bocca al lupo!», «una fame da lupi», «un tempo da lupi», ecc.), oggetto di ambigue proiezioni come nella figura del lupo mannaro fino a giungere alle ricerche psicoanalitiche, a cominciare dall’«uomo dei lupi» di Sigmund Freud, il lupo ha occupato a lungo la fantasia della gente.
Fino all’inizio del XIX secolo l’incontro con i lupi non era infrequente.
Nelle ultime pagine di Robinson Crusoe Daniel Defoe racconta come un banale valico dei Pirenei si trasformasse per il naufrago e per la sua carovana in un vero e proprio campo di battaglia contro i branchi di lupi sospinti dalla fame.
Il LXI capitolo di Robinson Crusoe è intitolato appunto Battaglia co’ lupi: «Non eravamo ancora a metà della pianura, quando cominciammo a udire I lupi dentro il bosco, alla nostra sinistra, ululare in modo spaventoso e, quasi nello stesso tempo, ne vedemmo circa un centinaio avanzare dritti dritti su di no»i.
La calata dei lupi affamati, che scendono dalle montagne predando tutto ciò che incontrano, era un’esperienza molto comune ancora nel Sette–Ottocento. Nel 1726 James Thomsonpubblicò The Seasons, un poema che ebbe grande fortuna, al punto da offrire nella versione tedesca del 1801 la base per il libretto dell’oratorio Le stagioni di Haydn.
La scena della discesa dei lupi che compare nell’Inverno è molto simile a quella descritta sette anni prima da Daniel Defoe:
Dalli orribili e bianchi Alpini monti;
dall’Appennini, di ciglio or alto, or basso;
e dai stupendi Pirenei, che in terre
remotissime spandono i lor rami,
ne discendono i lupi, a torme uniti,
magri ossuti, di sangue sitibondi;
crudele al par di morte, ed affamati, come le tombe, scorron le campagne. Tutto divien loro preda; a borea uguali, che quando irato soffia, ovunque seco la bianca neve depredando porta.
Ha scritto una quarantina di libri pubblicati dai maggiori editori, insegna all’università, è editorialista del Corriere della sera, ha scalato migliaia di cime sulle Alpi e fuori, ha viaggiato ai quattro angoli del mondo. Ed è amico di Earth Viaggi.
Franco Brevini inizia la sua collaborazione con il nostro sito, dove alternerà i suoi racconti sui viaggi che ha compiuto a riflessioni sul muoversi nel mondo ieri e oggi.
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