Esiste un profondo legame tra Brasile e Portogallo. Una relazione speciale e affascinante, che nasce in epoca coloniale e si evolve nel corso dei secoli attraverso un continuo rapporto di amore e odio.
Nel 1500 l’esploratore Pedro Alvares Cabral, la cui statua svetta ancora oggi nel Parco Ibirapuera di San Paolo, approda sulle coste del Brasile dando così inizio alla conquista coloniale del paese. Ma è solo nel 1532 che viene fondata la prima enclave portoghese, Sao Vicente.
Nei due secoli successivi il Brasile diventa terra di schiavi e sfruttamento, dando inizio a un risentimento diffuso gradualmente attenuato dalla scoperta di consistenti giacimenti di oro e diamanti, che incrementano esponenzialmente le relazioni economiche tra i due paesi.
I rapporti di forza tra Brasile e Portogallo registrano un inversione di ruoli nel 1808, quando il principe reggente Joao VI si trasferisce a Rio de Janeiro per sfuggire all’invasione francese del Portogallo.
Per i successivi tredici anni Rio diventa la capitale ufficiale del Regno di Portogallo, e nel 1815 il Congresso di Vienna sancisce la nascita del Regno Unito di Portogallo, Brasile e Algarve.
Con il rientro di Joao VI in patria i ruoli si invertono nuovamente. Ma ormai i tempi maturi per l’indipendenza, e nel 1825 il Brasile diventa ufficialmente indipendente dal Portogallo.
Nel corso del ‘900 il paese carioca cresce esponenzialmente a livello economico. Gli investimenti brasiliani in Portogallo diventano anno dopo anno sempre più importanti mentre si riduce progressivamente il flusso inverso.
Oggi Brasile e Portogallo vantano una relazione solida e privilegiata a livello politico, diplomatico, finanziario e scientifico.
La comunità portoghese in Brasile è molto forte ed è composta da circa 300.000 persone.
L’eredità e l’influenza del Portogallo si respira in tutto il paese, dalla lingua alla cultura alla cucina. Tutte le città sono impreziosite dagli splendidi palazzi e dalle chiese di epoca coloniale. Le padarias (panetterie) appartengono ancora oggi in larga maggioranza ai discendenti degli immigrati portoghesi. A tavola, infine, dolci come le Pasteis de Santa Clara e i pingo de tocha tradiscono la loro origine lusitana.
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