Chiunque abbia avuto la fortuna di vivere almeno una volta un incontro ravvicinato con i gorilla di montagna ha sempre scelto parole di meraviglia nel descrivere l’emozione così forte che si prova davanti al re dei primati.
Ne abbiamo parlato nel nostro articolo dedicato, che potete trovare qui raccontandovi come, durante questo meraviglioso avvicinamento, non ci sia alcun bisogno di fare fotografie tanta la trepidazione che si prova, istanti che rimarranno impressi nella mente e nel cuore per sempre: “Quegli occhi, quei gesti, così simili ai tuoi, faranno parte dei ricordi indelebili della tua vita.”
Dian Fossey, ad esempio, zoologa statunitense famosa per aver dedicato la sua intera vita allo studio dei gorilla, descrive, nella sua autobiografia “Gorilla nella nebbia” (Gorillas in the Mist, 1983), l’incontro con questi straordinari animali con parole quasi poetiche:
«Sbirciando tra il fogliame, riuscimmo a distinguere un curioso gruppo di gorilla neri come la pece, la testa pelosa, il volto che pareva una maschera di cuoio. Ci scrutavano a loro volta. Gli occhi scintillanti dardeggiavano nervosamente sotto le spesse sopracciglia, quasi cercassero di stabilire se avevano di fronte a sé amici ben disposti o potenziali avversari. Fui all’istante colpita dalla magnificenza fisica dei giganteschi corpi nero -lucenti, in perfetta armonia con la verde tavolozza del fogliame della foresta.»
Che ne direste di provare ad immaginare questo incontro, tanto insolito quanto affascinante, conoscendoli più da vicino? Scoprirete alcune peculiarità di questa specie che vi suoneranno vagamente familiari. Pronti? Bene, iniziamo subito!
Partiamo da qualche informazione di base: i gorilla di montagna sono diffusi principalmente nell’Africa equatoriale, e con più frequenza nelle vicinanze dei monti vulcanici del Virunga e nell’impenetrabile Parco Nazionale di Bwindi (Uganda). Nel corso di migliaia di anni, le estese foreste si sono ridotte considerevolmente, formando quella che ora è la dimora ad alta quota dei gorilla di montagna, situata dai 2500 ai 4000 metri d’altezza. Gli esemplari maschi di questa specie possono raggiungere 1,9 metri di altezza e arrivare a pesare anche 220 chili. Mentre le femmine pesano e sono alte rispettivamente la metà, raggiungendo i 98 chili di peso e 1,5 metri d’altezza. Hanno in comune con gli esseri umani due caratteristiche: i 32 denti e le impronte digitali.
Il gorilla di montagna vive in gruppi di organizzazione gerarchica composti dai 6 a circa 12 individui. All’interno di ogni gruppo è presente un solo maschio adulto dominante, il silverback: ovvero il maschio “dal dorso d’argento” per via del caratteristico ciuffo di peli bianchi, che appare solitamente, all’età di 12 anni sul dorso, segno dell’età adulta.
Il silverback è un leader a tutti gli effetti: è l’unico a prendere decisioni, conduce il gruppo in posti ricchi di cibo, cerca di risolvere conflitti tra gli individui del suo gruppo e li protegge dai predatori. Il silverback più esperto è in grado di riconoscere e fare a pezzi le trappole nascoste dai bracconieri, liberando il componente del gruppo rimasto intrappolato. La maggior parte dei gorilla maschi lasciano i gruppi in cui sono nati quando raggiungono l’età di undici anni e attraverso un lento processo di separazione, iniziano a vivere in solitaria.
I gorilla passano un terzo della loro giornata a mangiare. Un maschio consuma circa 35 chili di vegetazione al giorno, la femmina arriva a 18 chili di cibo ingerito giornalmente. Durante i loro viaggi nella foresta mangiano oltre 50 tipi di piante diverse. Molto apprezzata, ad esempio, è la varietà selvatica del banano. I gorilla di montagna vanno in cerca del midollo del tronco ignorando a volte le banane che spesso finiscono a terra durante la razzia. Il succoso midollo è pieno di ninfa preziosa: questi animali, infatti, bevono di rado e ricavano tutti i liquidi di cui hanno bisogno dalla vegetazione che mangiano.
Lo sapevi che puoi ammirare i gorilla di montagna anche da webcam? Guarda qui.
Il gorilla di montagna ha una protuberanza in cima alla testa, nel punto in cui sono attaccati i potenti muscoli delle mascelle, che gli conferisce una forma caratteristica. Sono 25 i diversi tipi di suoni che un gorilla di montagna è in grado di emettere. Da una classificazione si può capire che tipo di comunicazione mettono in atto: emettono solitamente grugniti e latrati mentre si spostano, grida e ruggiti nel momento in cui segnalano un pericolo e, infine, brontolii per indicare che sono soddisfatti e rilassati (ad esempio dopo un abbondante pasto).
E per quanto riguarda il temperamento? Qualcuno lo ha anche chiamato il “gigante buono”, proprio perché il gorilla di montagna, malgrado il suo aspetto da King Kong, che potrebbe intimorire, possiede in realtà un temperamento mite e non aggressivo, tanto da essere in grado di relazionarsi affettivamente con esseri appartenenti ad altre specie. Il gorilla è un erbivoro pacifico anche se, naturalmente, non bisogna irritarlo e non bisogna entrare nel suo territorio senza precauzioni, come ad esempio quella di non fissarlo negli occhi a lungo per evitare fraintenda la nostra curiosità, scambiandola per sfida.
Nel corso della storia molti studiosi hanno dedicato anni di studi per conoscere meglio questa specie, così intelligente e naturalmente curiosa, e per mostrarci comportamenti e problemi all’interno dei loro gruppi che sono presenti anche nelle famiglie umane, come la gelosia o la ribellione tra gli adolescenti: ad esempio, lo sapevate che spesso il maschio dominante deve intervenire per placare i più giovani del gruppo, che tentano di infastidirlo con sbadigli nervosi per mettere in discussione la sua posizione autorevole?
Ve l’avevamo detto all’inizio: è sempre un’emozione forte vedere da vicino un animale come il gorilla, così acuto, con quel suo sguardo penetrante e quegli atteggiamenti in cui vagamente ci riconosciamo. Ma siamo proprio sicuri che, se ce lo trovassimo davanti, non sarebbe lui stesso a guardarci con curiosità?
Foto © Daniela Mucci e Tommaso Martorana
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