Il monastero di Likir è un luogo affascinante, sufficientemente semplice da raggiungere e colmo di storia e cultura.
All’interno di questo monastero si erge una delle statue di Buddha più alte della regione ma non è facile trovare il cielo sereno o arrivare in favore di luce.
E’ consigliato raggiungere il monastero in mattinata o verso l’ora di pranzo poiché il sole scende rapidamente alle spalle del Buddha non vi è la possibilità di effettuare una buona ripresa in favore di luce.
Arrivato al monastero ho visto l’imponente statua, il sole le stava quasi passando alle spalle e il cielo blu era puntellato da nuvole che si addensavano.
Dopo alcuni scatti iniziali, per poter dare slancio all’immagine, mi sono sdraiato in terra e ho messo la macchina fotografica appoggiata al marmo, rivolta verso l’alto, in modo da riprendere in primo piano le preghiere che si muovevano al vento.
I colori molto saturi sono rimasti tali grazie alla luce e all’aria rarefatta e l’immagine è stata scattata in modo da poter concentrare l’attenzione sulla statua spostandola in alto nel fotogramma e dando maggior evidenza alle preghiere che si muovevano al vento.
Se possibile, quando si realizza una fotografia, è sempre meglio cambiare punti di vista, muoversi, anche sdraiarsi a terra, rammentando che i soggetti ripresi dal basso prendono slancio e gli elementi in primo piano restituiscono dinamismo e volume. E mai fermarsi al primo scatto.
Ho viaggiato con una fotocamera comoda e compatta come la Leica T, semplice da utilizzare e immediata.
La scelta dell’obiettivo è stata dettata dalle dimensioni della statua e una focale con una copertura molto ampia agevola la realizzazione di immagini in ambienti ristretti come i monasteri.
Dove è stata scattata?
Jammu & Kashmir – Ladakh – Monastero di Likir – 3715mt
Quando è stata scattata?
2 agosto 2015 alle ore 13.00 circa
I dati di scatto:
LEICA T (Typ 701) – Super-Vario-Elmar-T 1:3.5-4.5 / 11-23 ASPH.
Focale 11mm (corrispondente a 17mm nel formato Full Frame)
100ISO – tempo: 1/800s – diaframma: f/10.0
© Simone Bassani
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