Ve lo ricordate Mowgli, il bambino selvatico adottato da un branco di lupi protagonista de “Il Libro della Giungla”? E la terribile tigre “mangia uomini” Shere Khan? Rudyard Kipling, il premio Nobel per la letteratura autore di quella splendida fiaba, si ispirò alla realtà per scrivere il libro.
In particolare, alla testimonianza di un soldato britannico che documentò alcuni casi di “bambini selvaggi”.
Ma sono soprattutto i paesaggi, dove si svolgono le avventure di Mowgli, a non essere frutto dell’immaginazione. Kipling infatti nacque in India e lì lavorò per diversi anni.
Benché non sia mai andato nel Madhya Pradesh, decise di ispirarsi proprio ai Parchi di questo stato indiano per ambientare i suoi racconti.
Sono dunque il Bandhavgarh National Park, il Kanha National Park e la Pench Tiger Reserve a fare da sfondo, con la loro flora e la loro fauna, a uno dei libri più amati dai bambini.
Ed in effetti, in questi splendidi Parchi, è davvero possibile inoltrarsi nella giungla rigogliosa e selvaggia e nelle vaste pianure erbose che ospitano tutti gli animali raccontati da Kipling. Prima fra tutti la tigre.
Queste aree protette offrono le più alte possibilità in India di avvistare il maestoso felino. Sia chiaro, non è facile riuscire a vederlo.
Protette da una lussureggiante e a tratti impenetrabile giungla o da erba molto alta, le tigri che qui vivono sfuggono per lo più agli occhi dei visitatori del Parco e, come dicono i ranger, “loro ti vedono anche se tu non le vedi”.
Riuscire dunque ad avvistarne una durante i safari in jeep è davvero un colpo di fortuna. Però è anche un incontro talmente emozionante da rimanere indelebile nella memoria. Può capitare di intravvederla ai bordi delle piste in terra battuta che attraversano i Parchi, oppure mentre dorme distesa tra l’erba, oppure ancora mentre si muove per andare a caccia o riposa sotto un albero all’ombra.
Se siete proprio fortunati vi può persino attraversare la strada mentre viaggiate sui fuoristrada scoperti.
Fiera e maestosa, non vi degnerà di uno sguardo. Davvero la padrona incontrastata della giungla. Ciò che sicuramente si vede facendo i safari sono le sue gigantesche impronte sulla terra dei sentieri, che i ranger seguono con le auto nella speranza di incontrarla, e le tracce delle sue unghie sui tronchi degli alberi che usa come “graffia micio”.
Al di là della tigre, comunque, i Parchi del Madhya Pradesh sono davvero belli e ospitano, oltre a centinaia di specie di uccelli, leopardi, cervi, antilopi, sciacalli, cinghiali, orsi e scimmie. Leopardi e orsi a parte, tutti gli altri animali sono facilmente avvistabili.
La foresta è costituita per lo più da alberi di sal e di teak e si apre in radure erbose dove restano pozze di acqua anche durante la stagione secca.
A proposito, i Parchi durante i mesi monsonici (la nostra estate) sono chiusi perché le strade e i sentieri si allagano e sono impercorribili.
Il periodo migliore per visitarli corrisponde al nostro inverno e all’inizio della primavera, cioè alla stagione secca.
I safari partono ogni giorno in due fasce orarie, al mattino presto e al pomeriggio ed è indispensabile prenotare perché l’accesso nelle aree protette è a numero chiuso.
Un’ultima raccomandazione: alla mattina fa molto freddo, anche perché le jeep sono scoperte. Mowgli, vestito solo con un paio di slip, è una “licenza poetica” di Kipling. Voi portate nel vostro bagaglio capi pesanti.
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