Le vallate himalayane del Ladakh hanno visto nel corso dei secoli l’avvicendarsi di regni, eserciti, governanti e dinastie.
Nonostante le altitudini di altissima montagna e una natura estrema, il Piccolo Tibet indiano è sempre stato storicamente un ramo vitale dei commerci e delle comunicazioni tra la Cina, l’India, l’Asia centrale ed il Medio Oriente. In Ladakh, a partire dal XV secolo, si impose la dinastia Namgyal, i cui re difesero negli anni l’integrità spirituale buddista dei monasteri locali contro i tentativi di invasione dei moghul di fede islamica provenienti dall’Asia centrale.
E’ sotto il governo dei regnanti Namgyal che il Ladakh si arricchì di gompa, monasteri e palazzi dalla tipica architettura himalayana, edifici squadrati su vari livelli, abbelliti da travi, decorazioni e balconi in legno, uniti tra loro da cortili di ogni dimensione.
Fu il re Tsepal Namgyam nel 1820 a far edificare il Palazzo di Stok, in un piccolo villaggio situato a poco meno di una ventina di chilometri dal capoluogo Leh: quando l’esercito rajput proveniente dalla regione di Dogra, nel Jammu, prese possesso del Ladakh solo 14 anni più tardi, il re Tsepal venne esiliato proprio nel palazzo di Stok.
Oggi, questo edificio a 3 piani, situato ad oltre 3300 metri di altitudine è ancora posseduto dagli eredi della famiglia reale ladakha e custodisce un piccolo museo con in mostra vestiti cerimoniali, gioielli, armi e anche una corona reale.
Nel 2007 l’attuale proprietario ebbe l’idea di trasformare un’area del palazzo in un hotel heritage, cioè in un alloggio confortevole che mantenesse le caratteristiche stilistiche e l’atmosfera dell’antica residenza risalente a quasi 200 anni fa.
Le 6 camere adibite ad accogliere i visitatori per la notte sono uno scrigno di storia, architettura, cultura ed arte himalayana: l’uso dei materiali, come il legno di pioppo locale, le decorazioni e gli affreschi riportati al loro splendore originario, l’uso di mobilio antico restaurato a fianco di moderni comfort, rendono questo luogo assolutamente unico e speciale, capace di sprigionare il fascino dei tempi antichi, quando la famiglia reale trascorreva qui le sue estati.
La vista che si gode dal palazzo di Stok è indescrivibile, abbraccia un ampio panorama in cui le alte montagne himalayane inseguono le nuvole nel cielo limpido, il bianco dei picchi innevati e dei gompa nei villaggi si contrappone al verde vivo delle oasi che punteggiano la valle del fiume Indo. Mentre i colori della sera sfumano nella notte e le fiammelle delle candele disegnano ombre sui muri affrescati, cominciano ad effondersi i profumi della cena, cibi semplici, ma gustosi, preparati con cura nell’antica cucina reale.
I canti dei monaci riecheggiano in lontananza, una litania melodiosa, una puja serale che riempie l’aria e ci avvolge come il buio della notte himalayana.
Lascia un commento