Con un’espressione che sarebbe piaciuta a Gabriele d’Annunzio il poeta indiano Rabindranath Tagore definì il Taj Mahal «Una lacrima di marmo, ferma sulla guancia del tempo».
Il monumento più famoso dell’India, considerato una delle meraviglie del mondo e ovviamente tutelato dall’Unesco, è l’attrazione più nota di Agra, la città indiana da 1,5 milioni di abitanti, che si trova a Sud di Nuova Delhi. Sono oltre dieci milioni i visitatori che ogni anno sfiorano con le loro mani i marmi preziosi in cui sono incastonate una trentina di varietà di pietre semipreziose, che ne fanno non solo uno degli edifici più celebri del Pianeta, ma anche uno dei più preziosi. «Avete mai visto un castello in aria? – chiedeva il poeta americano Bayard Taylor – Qui ce n’è uno, portato giù sulla Terra e fissato per la meraviglia dei tempi».
Questa grandiosità è l’emblema, purtroppo funebre, di una straordinaria storia d’amore: quella tra l’imperatore moghul Shah Jahan e la moglie preferita, Arjumand Banu Begum.
Lui era considerato l’uomo più ricco del mondo, lei era la madre dei suoi 13 figli. Era stato un matrimonio combinato, ma l’amore aveva vinto sulle convenzioni sociali. Nel 1632 non sopravvisse al quattordicesimo parto e, per ricordarla degnamente, il marito distrutto dal dolore le fece erigere da 20 mila operai il più bel mausoleo mai visto.
Visitatelo all’alba. La folla non è ancora arrivata e le luci rosate del primo sole che illuminano i marmi di Makrana rendono ancora più irreale l’edificio.
Foto credits: archivio Earth e Vittorio Pastori
Ha scritto una quarantina di libri pubblicati dai maggiori editori, insegna all’università, è editorialista del Corriere della sera, ha scalato migliaia di cime sulle Alpi e fuori, ha viaggiato ai quattro angoli del mondo. Ed è amico di Earth Viaggi.
Franco Brevini inizia la sua collaborazione con il nostro sito, dove alternerà i suoi racconti sui viaggi che ha compiuto a riflessioni sul muoversi nel mondo ieri e oggi.
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