L’Iran è il Paese in assoluto che più si discosta dai preconcetti e dalle aspettative di chi non l’ha mai visitato di persona.
Gli iraniani sono un popolo aperto, generoso, gentile e soprattutto molto desideroso di parlare, confrontarsi e spiegare ai visitatori la propria cultura, la propria sensibilità religiosa e la propria vita, con le sue gioie e preoccupazioni.
E c’è un luogo specifico in Iran dove la gente ha un carattere particolarmente loquace ed ospitale: Isfahan, la perla nascosta dell’Iran e di tutto il Medio Oriente. Ciò che rende unica questa città situata nel cuore del Paese è il suo mix di bellezza, atmosfera e senso di accoglienza dei suoi abitanti. “Esfahān nesf-e jahān” cita un proverbio locale, cioè “Isfahan è metà del mondo”, tanto è ricco il suo patrimonio di bellezze architettoniche, monumenti e giardini.
Lo scrittore inglese Robert Byron menzionò Isfahan tra “quei rari luoghi, come Atene o Roma, in cui l’umanità trova comune sollievo”. Durante il giorno è un susseguirsi di piazze stupende su cui si affacciano palazzi, moschee e monumenti altrettanto magnifici: dai primi insediamenti nel V-VI secolo a.C. in epoca achemenide fino ai nostri giorni, la città non ha mai smesso di crescere in bellezza, eleganza e ricchezza culturale, pur conoscendo anche momenti bui (come durante la guerra contro l’Iraq di Saddam Hussein che provocò molti danni) da cui si è sempre brillantemente rialzata.
La piazza più celebre e quella più mozzafiato per la sua maestosità è Meydan Naqsh-e Jahan, cioè letteralmente “piazza metà del mondo”: qui è facile trascorrere ore a curiosare nelle botteghe del bazar, ad osservare le raffinate decorazioni in piastrelle azzurre della moschea Masjed-e Emam o quelle in piastrelle color crema della cupola della moschea Masjed-e Cheick Lotfollah, ad ammirare i riflessi del palazzo di Ali Qapou nella grande fontana, a sorseggiare un tè alle rose in un localino tipico, a rilassarsi su una panchina guardando l’umanità di bambini, giovani, adulti che passeggia e si gode la vita.
Ma è durante le ore serali e notturne che Isfahan svela tutto il suo fascino: quando il lavoro è terminato e gli uffici chiudono, la gente del posto si riversa nelle vie, nelle piazze, nei giardini pubblici per stare insieme, per passeggiare, rilassarsi, socializzare e, di nuovo, godersi la vita.
Vita che scorre vivace come le acque del fiume Zayandeh tra gli stupendi ponti Si-o-se Pol e Khaju: bambini, anziani, giovani animano gli archi illuminati dei ponti ed i vialetti dei giardini con pic-nic, giochi, chiacchiere, risate… non è raro incontrare qualcuno con la chitarra strimpellare qualche nota e vedere in pochi attimi raggrupparsi tanti giovani a cantare e battere le mani a ritmo.
Qui non è raro per gli stranieri essere avvicinati da qualche ragazzo o ragazza curiosi e desiderosi di dialogare in inglese, di conoscere, di sapere, di fare amicizia. Ed il calcio è la chiave che apre i loro cuori, quasi tutti amano il pallone e sanno tutto delle squadre italiane: sgranocchiare pistacchi su una panchina di Isfahan chiacchierando di Milan e Inter, di Maldini e Ronaldo, sorseggiando tè alla menta con i tuoi nuovi amici è un’esperienza davvero unica e inaspettata!
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Grazie mille