Il rituale del Señor de Qoyllur Rit’i, parola quechua che significa “Stella della neve” o “neve brillante”, non è una festività qualunque, ma una delle più importanti e complesse a livello internazionale, per il suo sincretismo religioso tra il mondo andino e la fede cattolica.
Un pellegrinaggio storico – risale infatti al 1780 – lungo otto chilometri, per rendere omaggio al dipinto del Bambino Gesù, partendo dal villaggio di Mawallani fino al ghiacciaio di Sinakara, dove si trova il santuario del Señor de Qoyllur Rit’i.
Ogni anno in Perù oltre 10.000 spettatori accorrono, la prima settimana di giugno, al distretto cusqueño di Ocongate, a oltre 4.000 metri di altitudine, per assistere al rituale. Durante il pellegrinaggio, le quattordici nazioni che riuniscono la hermandad del Señor de Qoyllur Rit’i, presentano più di 500 comparse.
Le “nazioni” appartengono a diverse province di Cusco e dei dipartimenti di Puno, Arequipa, Apurímac e altre zone del paese.
Le comparse partecipano alle messe, portano stendardi e rappresentanodanze autoctone delle alture di Cusco, indossando costumi che ricordano la flora e la fauna locale.
Simbolica è la salita dei pellegrini, all’alba, fino al ghiacciaio del monte Colquepunku, per raccogliere blocchi di ghiaccio: secondo la tradizione popolare, infatti, il ghiaccio del monte Colquepunku ha potenti proprietà medicali.
Il Qoyllur Rit’i è il pellegrinaggio delle nazioni indigene più grande d’America. Per questo e per altri evidenti motivi, è stato incluso di recente nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’Unesco.
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