Tradizionalmente siamo abituati a pensare a Napoli come città di mare. Ma il capoluogo campano riserva grandi sorprese dall’alto. Scopriamo insieme le scale di Napoli.
Le pedamentine sono le storiche scalinate della città, che collegano le colline al centro. Ci sono tanti itinerari che permettono di avere un punto di vista insolito. Per questo motivo sono state usate spesso come location di film e serie televisive.
“Non è piana non è verticale è una linea che sale in collina, è una strada che parte dal mare il percorso della città obliqua”.
Così cantava Edoardo Bennato, che ci restituisce forse l’immagine più bella del mondo custodito dalle scale di Napoli. Si contano oltre 200 percorsi tra rampe e gradoni che congiungono le diverse zone della città.

Le due principali colline che caratterizzano Napoli sono il Vomero e Capodimonte. Il Vomero prende il nome da una parte dell’aratro e fa riferimento alla tradizione agricola che in passato distingueva questa zona della città. Nel corso dei secoli questa area è stata scelta dall’aristocrazia per costruire le proprie dimore, lontano dal caos del centro e con una vista mozzafiato sul golfo. La progressiva urbanizzazione ha portato alla realizzazione di nuove strade e percorsi pedonali.
Nel ‘900 il Vomero era inoltre una piccola Hollywood, con tantissimi attori che si avvicendavano intorno ai capannoni della Lombardo Film, una delle prime case cinematografiche d’Italia, che sarebbe poi diventata la leggendaria Titanus.
Al Vomero si trovano le scale del Petraio, risalenti al XVI secolo. Originariamente questo percorso era una ripida discesa pavimentata a ciottoli, ricavata dal letto di un torrente naturale scavato dal deflusso delle acque collinari misti a pietre. Lungo il percorso si affaccia un’edilizia spontanea, alternata a slarghi, piazzole e scalinate d’accesso. La sua posizione a mezzo costa, e la sua stessa conformazione offrono, in diversi punti del tragitto, bellissimi scorci panoramici.

L’esigenza di costruire scale poteva dipendere dall’interramento di torrenti e sorgenti. Diversi erano infatti i corsi d’acqua che in passato scorrevano appena fuori la città. Le costruzione delle scale serviva anche a rendere raggiungibili le chiese e i monasteri. Una delle rampe più antiche risale al XIV secolo ed è stata progettata da Tino di Camaino. Con i suoi 414 gradini congiunge la Certosa di San Martino con Corso Vittorio Emanuele.
La Pedamentina non solo rappresenta un’importante testimonianza storico artistica, ma è straordinaria anche da un punto di vista paesaggistico, regalando rampa dopo rampa gli scorci più belli sulla città.
La Pedamentina e il Petraio costeggiano la Vigna di San Martino, che con i suoi sette ettari rappresenta uno dei vigneti urbani più grandi d’Europa. Da Corso Vittorio Emanuele, che ricalca il tracciato ottocentesco che collegava Napoli da est a ovest, si diramano diversi percorsi che conducono al centro passando per i Quartieri Spagnoli o altri quartieri della città.
Tra le tante scale che qui si possono ammirare colpisce il monumentale scalone ottocentesco di Montesanto, che permette di raggiungere il variopinto mercato della Pignasecca. Il numero di scale costruite è aumentato anno dopo anno con lo sviluppo della città.
Basti pensare allo sviluppo urbanistico avvenuto nel XVI secolo con Don Pedro de Toledo, che aveva progettato di espandere la città verso le pendici del Vomero con i Quartieri Spagnoli. Oppure allo sviluppo verso ovest avvenuto tra fine ‘700 e inizio ‘800 con il quartiere di Chiaia. È proprio durante queste trasformazioni urbanistiche che sono nati i gradoni di Chiaia e le rampe Brancaccio.

Molte delle scale presenti in città hanno sofferto per lungo tempo di degrado, ma oggi si stanno riscoprendo sempre di più grazie alle tante associazioni che lavorano sul territorio. Sono stati creati nuovi percorsi turistici valorizzando scalinate come quelle della Principessa Iolanda nei pressi delle Catacombe di San Gennaro, che recentemente è stata protagonista della serie “Il commissario Ricciardi”. O come quelle del Moiariello, che da via Foria conducono all’Osservatorio Astronomico e alla Reggia di Capodimonte.
Le scale di Napoli rappresentano un collegamento con i più importanti punti turistici della città, come per esempio le scale di san Marcellino che da piazzetta Portanova conducono a Spaccanapoli. Ma possono anche dare vita a percorsi turistici alternativi e costituiscono un esempio di mobilità sostenibile, “meccanismi che portano fuori dal groviglio di auto e di idee, una strada che parte dal mare e un futuro da immaginare” come cantava Edoardo Bennato.
Testi e foto di Arcangelo Pisano
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