Lhasa. Una città leggendaria, un luogo che evoca spiritualità e devozione, la magia di essere in viaggio sul tetto del mondo a pochi passi dalle nuvole. Secondo la grigia dicitura del governo cinese, Lhasa è la capitale amministrativa della regione autonoma del Tibet.
Il tentativo di Pechino di indebolire il fascino e la storia del Tibet passa anche e soprattutto attraverso la burocrazia.
Ma Lhasa è però il luogo degli dei, una delle città più in alto al mondo, la culla del buddhismo himalayano.
Le sue origini risalgono all’ottavo secolo, quando l’imperatore Songtan Gampo iniziò la costruzione di un grande centro sulle fondamenta di quello che fino ad allora era stato un piccolo villaggio. Fu così che venne eretto il leggendario Potala, simbolo stesso del Tibet, la cui imponente struttura si erge maestosa tra le montagne.
Nei secoli successivi Lhasa diventò il cuore religioso dell’intera regione iniziando allo stesso tempo a rappresentare un importante centro per i commerci.
In seguito all’invasione cinese del Tibet, nel 1950, il volto della città si è trasformato radicalmente, sia a livello architettonico sia per quanto riguarda la società e la cultura. Immigrazione di massa, nuovi quartieri e un controllo rigido da parte della autorità non hanno però scalfito il fascino mistico di Lhasa.
Basta ammirare il già citato Potala, residenza del Dalai Lama fino agli anni ’50, oppure gli stupendi templi di Jokhang e Norbulingka, dichiarati Patrimonio dell’Umanità Unesco.
O ancora il monastero di Sera e le tre colline sacre di Chokpori, Pongwari e Marpori, conosciute come le tre protettrici del Tibet.
Lhasa è una città straordinaria, testimonianza più autentica della storia complessa e difficile del Tibet. Si può raggiungere dal Nepal sia su strada, attraverso paesaggi da favola, sia in aereo direttamente da Kathmandu.
Lhasa è inoltre servita dalla ferrovia più alta al mondo, la Qinghai–Tibet che conduce a Xining.
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