Il Tibet contemporaneo è un paese straordinario e complesso, che guarda al futuro cercando in tutti i modi di salvaguardare il proprio passato millenario.Quando si parla di Tibet contemporaneo, la prima parola che viene in mente è Cina.
Il Tibet è infatti una regione autonoma all’interno della Repubblica Popolare Cinese.
Da sempre oggetto degli obiettivi geopolitici di Pechino, il Tibet è stato inglobato nel gigante asiatico alla fine del 1950. Approfittando dell’instabilità post conflitto mondiale e dell’attenzione della comunità internazionale interamente concentrata sulla guerra in Corea, l’esercito cinese entro in massa in Tibet decretando di fatto la fine dell’indipendenza del paese.
Quando si parla di Tibet contemporaneo, in realtà, ci si riferisce solo a una parte di quello che storicamente era il regno del Tibet. La Regione Autonoma del Tibet, secondo la mappa di Pechino, comprende infatti le regioni dell’U-Tsang e del Kham occidentale ma non quelle dell’Amdo e del Kham orientale.
Nel corso degli ultimi 60 anni sono state numerose le rivolte della popolazione tibetana, spesso e volentieri represse nel sangue dall’esercito cinese. Le sollevazioni principali si sono registrate nel 1959, alla fine degli anni ’70 e poi ancora nel 2008 in occasione dei Giochi Olimpici.
L’atteggiamento della comunità internazionale nei confronti della questione tibetana ha sempre oscillato tra critica aperta e ambivalenza, in particolare da parte dell’altra grande superpotenza asiatica, l’India.
Dal canto suo il Dalai Lama, dal suo esilio di Dharamsala, ha contribuito in modo fondamentale a mantenere accesi i riflettori sul Tibet grazie anche a una forte capacità di comunicazione globale. Sua Santità ha da sempre definito il controllo cinese del Tibet un genocidio culturale.
A partire dagli anni ’70, il governo cinese ha infatti messo in atto una strategia di immigrazione di massa in Tibet, con l’obiettivo di minare la coesione sociale e l’identità culturale.
Un’operazione che ha registrato il suo apice durante il governo di Deng Xiaoping negli anni ’80.
Dal canto suo, nel corso degli ultimi decenni la Cina ha varato ingenti investimenti in Tibet allo scopo di favorire lo sviluppo tecnologico e il benessere economico.
La generazione di ricchezza è una delle chiavi della nuova strategia di controllo politico e sociale di Pechino, strategia adottata con successo già in madrepatria.
La resistenza è parte integrante del Tibet contemporaneo. Il recupero e mantenimento della cultura e dei valori tradizionali sono gli strumenti adottati oggi dalla popolazione per mantenere viva l’identità del paese e permeano tutti gli aspetti dell’arte, della musica, della letteratura.
Il Tibet contemporaneo è un luogo straordinario e difficile, la sintesi più emblematica delle contraddizioni della società globale. Una destinazione che merita assolutamente di essere visitata, per cercare di comprendere fino in mondo la drammatica bellezza della storia di un intero popolo.
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