Oggi parliamo di un tema importante: l’innalzamento dei mari e le sue conseguenze sul nostro Pianeta. Un argomento sempre più attuale e urgente. Nei mesi scorsi avevamo approfondito il tema del riscaldamento globale e dello scioglimento dei ghiacciai in Artide e Antartide. L’innalzamento dei mari è in parte la naturale conseguenza di questi fenomeni e porta con sé riflessioni sulla necessità di intervenire per contenere il più possibile questa tendenza.
Iniziamo con qualche dato. Secondo uno studio condotto dall’Università del Colorado e dal National Center for Atmospheric Research in collaborazione con la NASA, l’innalzamento dei mari potrebbe raggiungere i 65 centimetri entro il 2100.
Questo processo cresce di circa 0,08 millimetri ogni anno ed è dovuto all’accelerazione dello scioglimento dei ghiacci in Antartide e Groenlandia, da una parte, e all’aumento delle concentrazioni di gas serra dall’altro. I gas determinano infatti un incremento della temperatura dell’aria che a sua volta si riflette sulla temperatura degli oceani.
Le conseguenze dell’innalzamento dei mari riguardano tutti noi. Secondo uno studio, entro il 2100 le coste dell’Europa saranno caratterizzate da inondazioni che colpiranno circa 3,6 milioni di persone. Oggi questo fenomeno riguarda mediamente 100.000 persone.
Se i mari crescono, naturalmente la terraferma diminuisce. Oggi questo processo riguarda numerosi Paesi in tutto il mondo, a cominciare da Saint Kitts e Nevis, che ha perso circa 90 chilometri quadrati di territorio negli ultimi anni. Altri Paesi particolarmente colpiti sono l’Ecuador, il Vietnam, Cuba e le Seychelles.
Per quanto riguarda l’Italia, nel nostro Paese secondo l’ENEA esistono 33 aree a forte rischio, concentrate principalmente lungo la costa settentrionale del mar Adriatico. Negli ultimi mille anni il Mediterraneo ha registrato un innalzamento di circa 30 centimetri, e nei prossimi cento anni si stima che il livello medio di crescita possa triplicare.
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