L’autostrada Transoceanica o Interoceanica è un importante progetto da milioni di dollari che vede coinvolti Perù e Brasile. Questa striscia di asfalto lunga circa 2.600km e composta da oltre 22 ponti collega lo stato amazzonico di Acre, in Brasile, con le città portuali di Ilo, Matarani e San Juan de Marcona, lungo la costa meridionale del Perù.
L’accordo stipulato nel 2004 dagli allora Presidenti Luiz Inácio Lula da Silva e Alejandro Toledo si poneva l’obiettivo di creare una linea di congiungimento commerciale tra l’Oceano Pacifico e quello Atlantico, con lo scopo di incrementare le relazioni tra i diversi mercati.
Le opere di riabilitazione e costruzione dell’autostrada coinvolgono principalmente il Perù poiché, rispetto al Brasile, è decisamente più carente in ambito di infrastrutture. La realizzazione del progetto della Transoceanica rientra in realtà in un piano nazionale più ampio, che prevede l’inserimento nell’assetto stradale del paese di nuove autostrade sia longitudinali che trasversali.
Dal punto di vista commerciale questa iniziativa, ancora oggi in corso d’opera, non potrà che portare benefici a entrambi i paesi sudamericani, favorendo lo sviluppo economico delle popolazioni locali.
Purtroppo, però, come in ogni grande opera, bisogna sempre considerare aspetti positivi e negativi.
In questo caso il danno più grave causato dalla Transoceanica è quello ambientale.
In pericolo è la zona di Madre de Dios, un’area di inestimabile valore naturalistico a rischio deforestazione incontrollata. Infatti, per costruire l’autostrada, la zona di Madre de Dios ha subito deforestazione, erosione del terreno, esproprio di terreni indigeni e inquinamento dei fiumi, costringendo diverse specie a emigrare.
La Transoceanica è un importante passo avanti verso un’apertura economica del pese, attenzione però a non dimenticarsi mai di rispettare un bene altrettanto prezioso come la natura.
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