Non possiamo viaggiare, ma questa pausa forzata ci consente di esplorare virtualmente luoghi di passaggio ordinario con più calma e con più consapevolezza.
Quante volte avete percorso gli aeroporti in fretta e furia per paura di arrivare tardi al gate e, così facendo, vi siete persi la meravigliosa struttura architettonica dell’edificio?
Un luogo incantato dove la natura sembra rimpossessarsi dei suoi spazi è il Jewel Changi Airport di Singapore. Questo edificio si compone di cinque piani interamente dedicati allo shopping, mentre al centro si sviluppa una imponente foresta abitata da più di 200 varietà di flora e di alberi.
In questo spettacolo naturale si può ammirare la più alta cascata artificiale indoor al mondo, elemento che ha una funzione ben specifica: raccogliere l’acqua piovana così da riutilizzarla all’interno dell’aeroporto stesso. Un vero e proprio spettacolo architettonico che lascia i passeggeri senza fiato.
Muoviamoci verso gli Emirati Arabi al Dubai International Airport, un aeroporto di dimensioni davvero imponenti. Dovete sapere, però, che questo aeroporto è stato aperto al pubblico nel settembre del 1960 e le sue dimensioni di allora erano assai ridotte.
Nel tempo però l’attitudine contemporanea di questo Paese si è rispecchiato anche nell’aeroporto e nella sua architettura interna ed esterna. All’interno dell’aeroporto si trova persino un giardino zen dove sono presenti alberi ush, un laghetto con numerose specie di pesci e diverse panchine dove poter apprezzare questa oasi di pace.
Ritorniamo su suolo europeo, dirigiamoci in Spagna a Madrid, alla scoperta del suo aeroporto: il Barajas Airport. La palette di cromia di questo edificio si compone di colori terrosi che richiamano la cultura e la storia di questa nazione. Il marrone è il principale protagonista, seppur declinato in diverse varianti, ne è esempio l’utilizzo di listelli di bamboo per ricoprire il soffitto interno di questa struttura.
Diversi, invece, sono i colori impiegati per gli “alberi strutturali” presenti all’esterno che variano dal blu sino al verde, creando, così, una piacevole sfumatura cromatica lunga un chilometro.
Un’astuta soluzione che ha fini funzionali perché mira a aiutare i passeggeri nell’orientarsi all’esterno della struttura.
Questi luoghi che una volta erano affollati e frenetici lasciano ora lo spazio al tempo della natura che li abita, una considerazione che ci fa riflettere sull’importanza che la natura ricopre non solo su questo Pianeta bensì anche all’interno di spazi artificiali.
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