Immaginare la quantità di antiche popolazioni e culture che, nella Bolivia di epoca coloniale, hanno abitato, amato, venerato e modellato il territorio su cui oggi sorgono meravigliose città coloniali è davvero affascinante. Ai nostri occhi, oggi, la Bolivia appare come un Paese straordinario dove natura e cultura si intrecciano inesorabilmente, dando forma a un luogo magico disteso sul tetto del mondo. Ma se mettessimo a fuoco l’obiettivo sulle città coloniali boliviane si schiuderebbero meraviglie di stampo antropologico, che ci ricordano quanto sia inestimabile il patrimonio tramandatoci dagli antichi.
Focalizziamoci allora su questi inestimabili tesori e cominciamo il nostro viaggio attraverso le città coloniali più affascinanti della Bolivia, partendo dalla capitale amministrativa del Paese, La Paz, il cui nome completo è in realtà Nuestra Senora de La Paz (“Nostra Signora della Pace”).
La città ospita quasi un milione di abitanti, è situata in una valle e dominata da Illimani, le cime delle Ande boliviane, risulta perciò collocata, più precisamente, all’estremità della Cordigliera Orientale. La Paz ospita alcuni dei miglior esempi di architetture monumentali in stile coloniale e barocco come la Cattedrale di San Francesco, famosa per i suoi vivacissimi altari, i più colorati del Sud America, e affiancata da Sagàrnaga, frequentatissima via dove prende vita l’artigianato boliviano, ricco di oggetti caratteristici, talismani e amuleti.
Palacio Quemado, noto come Palacio de Gobierno, è la sede di governo, esempio di architettura coloniale ricercata. Circondano queste opere monumentali verdissimi parchi come il Parque Urbano Central. Concerti di musica all’aperto, spettacoli d’artista in strada, feste e danze sono all’ordine del giorno e rendono la permanenza a La Paz davvero piacevole.
Da La Paz ci spostiamo verso la capitale della Bolivia, Sucre, una delle più belle città coloniali del Paese. Caratteristico è il suo centro storico, perfettamente conservato, che si sviluppa a partire dalla piazza centrale, la Casa de la Liberdad, suggestivo edificio di gusto coloniale. Sucre è nota ai suoi abitanti anche con altri nomi che rimandano alla memoria fasi storiche rilevanti e a quello della di La Ciudad Blanca, la città bianca, per via del colore bianco candido delle sue abitazioni che contrasta con gli splendidi colori della natura circostante.
Tra i tesori di Sucre è da menzionare Plaza 25 de Mayo, conosciuta anche come Plaza Mayor e Plaza de Armas, qualificata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1991. Il nome di questa splendida piazza è stato conferito in memoria del 25 maggio 1810, quando al termine della Rivoluzione di Maggio venne cacciato da Buenos Aires il viceré spagnolo, atto che consacrò simbolicamente l’Argentina indipendente.
Circondata da palazzi civili e religiosi, Plaza 25 de Mayo è il cuore pulsante della città, e di notte, illuminata dalle luci degli imponenti edifici si carica di un’atmosfera suggestiva. La Cattedrale di Nostra Signora di Guadalupe, tra i siti di maggiore interesse a Sucre, è di tipico gusto barocco, impreziosito da decorazioni che vi lasceranno incantati.
Proseguiamo il nostro viaggio per toccare con mano la testimonianza vivente più autentica del passato coloniale della Bolivia: siamo a Potosì, la città più in alto del mondo. Situata tra le Ande boliviane ad un’altitudine di oltre 4.000 metri, questo gioiellino sudamericano sovrasta l’intatto paesaggio montuoso. Nel sedicesimo secolo era la più grande città del Sud America e il cuore dell’industria estrattiva del paese. Il monte che lo sorveglia, il Cerro Rico, era infatti una miniera inesauribile di argento, che contribuì a generare benessere ancora oggi visibile nell’architettura del centro storico.
A Potosì si possono inoltre ammirare numerosi esempi di archeologia industriale che mantengono vivo il ricordo dei fasti dell’epoca. Tra i monumenti architettonici più affascinanti è nota la Casa Nacional de la Moneda, in cui la presenza di sale di esposizione, del museo di Mineralogia e della pinacoteca forniscono una quantità di testimonianze preziosissime che ricostruiscono le radici storiche della città e raccontano di come la forza lavoro della sua antica popolazione, impiegata nell’estrazione dell’argento, abbia contribuito a forgiare l’impero spagnolo.
La prossima tappa prevede Santa Cruz de la Sierra, più nota semplicemente come Santa Cruz, fondata nel 1561 dall’esploratore spagnolo Nuflo de Chavez, che le conferì tale nome in omaggio alla sua città natale in Spagna. Epicentro del potere coloniale per lungo tempo, oggi Santa Cruz è una delle città che registra la più rapida crescita di tutto il pianeta e conserva splendidi palazzi coloniali perfettamente intatti. Monumenti, musei, giardini zoologici e verdissimi parchi sono anche in questa città tutti da scoprire. Spicca tra queste attrazioni la piazza principale, Plaza 24 septiembre, circondata da edifici coloniali tra cui spuntano ciuffi esotici di verdi palme e piena di panchine dove sedersi per ammirare il Palazzo del Governo e il resto dei monumenti datati.
Un’esperienza di viaggio così culturale, attraverso le città coloniali più splendide della Bolivia non può non toccare la città di Trinidad, nel nord del Paese, il cui nome ufficiale è La Santísima Trinidad (“La santissima Trinità). Fu fondata nel 1686 da Padre Cipriano Barace, intorno alla seconda missione gesuita prevista in quell’area. Trinidad ospita un’imponente Cattedrale di tipico gusto iberico e numerosi palazzi d’epoca coloniale che contrastano con la componente moderna presente nella città. Il fascino di Trinidad è tutto da scoprire, così come quello celato dalle altre due tappe che aggiungiamo alla nostra avventura: Cochabamba e Tarija.
Queste ultime due perle, come le città che abbiamo appena “visitato”, raccontano le origini coloniali della splendida terra boliviana attraverso edifici, musei e monumenti, immersi in una natura esotica che ne valorizza le fisionomie, nate dal primo incontro tra cultura europea e sudamericana in un passato molto lontano.
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