Sono passati più di 40 anni dal settembre 1973. Eppure, mi piace partire da lì per raccontare una delle metropoli più belle del Sud America, Santiago del Cile. Sono davanti a La Moneda, il bianco imponente Palazzo presidenziale, simbolo della città.
Un manipolo di soldatini marcia mentre la banda militare suona. E’ il quotidiano cambio della guardia.
Turisti e curiosi scattano foto sotto un cielo azzurro, contro il quale sventolano le enormi bandiere bianche, rosse e blu del Paese. Chissà se il cielo era azzurro anche l’11 settembre 1973.
La memoria torna a quando ero ragazzina. Le immagini, rimaste impresse nella mia memoria, sono solo in bianco e nero. Stessa piazza, stesso cielo. Altri soldati, però. E il fumo che esce dalla Moneda, bombardata durante il sanguinoso golpe militare guidato dal generale Pinochet.
Un colpo di stato che costò la vita anche all’allora presidente Salvador Allende. Con lui morirono migliaia di cileni e scomparve prematuramente anche la “ via cilena al socialismo”, che lo stesso uomo politico impersonava.
Di lui resta una statua, qui, in un angolo della piazza. Un busto con scritte sotto le sue parole, pronunciate durante l’ultimo discorso: “tengo fe en Chile y su destino”.
C’è un altro luogo della memoria, qui a Santiago. Ed è sempre legato a quel settembre 1973. E’ la Chascona, la casa cittadina di Pablo Neruda. Il grande cantore dell’amore, morì il 23, pochi giorni dopo il golpe e proprio in questa casa fu allestita la sua camera ardente. Il poeta chiamò così la sua casa in onore dei capelli ribelli di Matilde Urrutia, per lungo tempo sua amante e poi sua terza moglie.
E’ bello visitare questa casa-museo in cui tutto parla di Neruda e del suo carattere ludico. Arredi singolari, effetti personali, quadri di Diego Rivera e di Pablo Picasso, oggetti curiosi provenienti da tutto il mondo si alternano nei vari locali e, nel suo studio, c’è ancora il tavolo sul quale sono nati tanti capolavori.
La Chascona sorge su più livelli e nascosta da una fitta vegetazione in uno dei quartieri più vivaci di Santiago: il Barrio Bellavista. Casette colorate, murales, ristoranti alla moda. Qui, alla sera, si scatena la movida e vale assolutamente la pena di passarci qualche ora, assaporando l’ottima cucina cilena.
Sopra Bellavista il Cerro Cristobal, con i suoi quasi 900 metri, domina la città. Salgo sul teleferico, la funicolare che porta in vetta, dove sorgono un santuario e un’enorme statua bianca della Vergine Maria circondati da ex voto.
Da quassù il panorama è spettacolare: la metropoli con i suoi grattacieli e i suoi parchi si staglia contro le vette innevate delle Ande.
C’è un altro colle che vale la pena di visitare, quello di Santa Lucia. Qui restano le rovine di una rocca dove Don Pedro de Valdivia, nel 1541, ha fondato la città. Oltre alla fortificazione spagnola, è possibile ammirare una pietra con la cosmogonia incaica.
Un’altra vera e propria attrazione di Santiago è il Mercado Central che occupa un intero isolato. Sotto la struttura in ferro del 1800, ampio spazio è occupato dalle bancarelle dei venditori di pesce e frutti di mare che urlano le loro offerte per attirare clienti.
Un vero tripudio di colori e voci mi accompagna mentre osservo curiosa cozze gigantesche, capesante e ostriche enormi e poi salmoni, polipi dai tentacoli lunghissimi, insomma tutto ciò che il pescoso Pacifico regala ai nostri palati. Mi siedo in uno dei numerosi ristorantini dove si possono gustare piatti preparati al momento davvero deliziosi.
Ma questa sorprendente metropoli non smette di stupire.
In un palazzo d’epoca coloniale poco distante, la Casa Colorada, un interessante museo racconta la storia della città, ricordando anche il terremoto del 1647 che ha distrutto molti dei suoi edifici storici. Tra i pochi che hanno resistito al sisma, il Convento y Museo de San Francisco, le cui vecchie pietre formano un contrasto incredibile con i grattacieli di vetro e acciaio che lo circondano, sull’Alameda, la strada principale di Santiago.
La capitale è tappa obbligata per visitare il Cile, ma molto spesso si decide di non fermarsi e di proseguire subito per il Nord o il Sud. Scelta sbagliata.
Santiago merita davvero una visita. E’ una città che riassume e mostra i giganteschi progressi che questo lungo e stretto Paese ha compiuto negli ultimi anni. Che regala emozioni e offre tantissimo. Che intrattiene, diverte e stupisce con i suoi contrasti e le sue contraddizioni.
Aveva ragione Salvador Allende ad avere fiducia nel destino del Cile. Santiago ne è la dimostrazione.
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