Il clima è ottimo, l’aria frizzante, le terre rese fertili dal fiume sacro agli Inca, il Vilcanota.
Siamo sulle Ande del Perù, a 2.800 metri di altezza nella Valle Sacra degli Inca. L’antica capitale, Cusco, si trova a 15 chilometri a nord. La Valle Sacra era il principale serbatoio di ricchezze naturali dell’Impero Inca.
Oggi, grazie alla generosità delle sue terre e del suo fiume, è la zona più importante per la produzione del grano.E grazie alla maestosità dell‘architettura Inca, alla perfezione severa delle loro opere incastonate in una natura strepitosa, la Valle Sacra è una delle più importanti mete turistiche del Perù.
Qui dominano Cusco, Ollantaytambo, Pisaq e Moray. Cusco, la città più abitata del continente sudamericano ai tempi degli Inca, sovrana per altezza, architetture e organizzazione.
In lingua quechua il suo nome vuol dire ombelico; qui tre regni si univano: il sottosuolo degli inferi, la terra degli uomini e il cielo degli dei. Ancora in parte la pianta svela la forma del puma, l’animale sacro per eccellenza.
Le strette strade ci raccontano di due livelli; quello inferiore, inca, con enormi blocchi di pietra liscia mirabilmente incastrata; quello superiore, spagnolo e cristiano, con muri di mattoni rossi. La cattedrale barocca sorta sulle mura dell’antico tempio riservato ai sacerdoti e l’arcidiocesi sono patrimonio dell’Unesco.
Tutto nella Valle Sacra testimonia un regno tra i più evoluti. Come le andeneria, piattaforme composte da tanti piccoli appezzamenti di terra disposti a gradini sulle colline e coltivati. Terre di coltura e luoghi di culto della madre terra.
Migliore esempio di queste andeneria si trova a un’ora e mezza di autobus da Cusco, a Ollantaytambo nell’estremità occidentale della Valle Sacra, dove l’insieme delle terrazze e il panorama della Valle Sacra creano un paesaggio senza precedenti.
A 30 chilometri da Cusco e a 2.950 metri di altezza incontriamo poi Pisaq, la città pernice, dall’abitudine Inca di identificare le loro città con nomi di animali. Pisaq difendeva l’accesso meridionale della Valle Sacra ed esistono ancora scale, cortili, giardini e case del periodo Inca.
Le più insolite rovine del regno le troviamo però a Moray, situata 38 chilometri a nord-ovest di Cusco.
Qui a meravigliarci sono rovine composte da enormi depressioni circolari a schiera. La più grande è profonda ben 30 metri. È probabile che si trattasse di laboratori di agronomia volti a studiare l’effetto sulle colture di differenti condizioni climatiche. Tra la sommità e la parte inferiore la differenza di temperatura riesce infatti a raggiungere i quindici gradi.
Vicino al villaggio di Maras, a tre chilometri dal Fiume Sacro ci imbattiamo nelle saline.
Circa 3.000 piscine ognuna di cinque metri quadri, disposte come le terrazze agricole avevano lo scopo di incanalare e far evaporare l’acqua per poi raccogliere il sale. Probabilmente quindi non fu la sola altezza a inebriare e confondere Pizarro, ma lo spettacolo mozzafiato della Valle Sacra e il sublime ingegno dei suoi figli.
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