Le nostre civiltà sono frutto di continue evoluzioni che perdurano da millenni.
Esiste un luogo che più di altri ha saputo custodire gelosamente le proprie origini e che dell’uomo antico ha mantenuto la forza e il legame profondo con la Terra: l’Etiopia.
Un viaggio in Etiopia è un itinerario nel tempo: la vita sembra essersi fermata a epoche remote, le culture e le tradizioni sono rimaste inalterate per secoli, ad ogni passo emergono tracce del passato, una scoperta continua che ci avvicina sempre di più alla nostra storia, la storia dell’uomo.
In queste poche righe ci addentreremo nel Nord del Paese, cercando di delinearne i punti salienti, alla ricerca di storie affascinanti e di luoghi lontani anni luce da ogni immaginazione.Il nostro scopo ci spinge subito, come una calamita, verso Lalibela.
Dichiarata Patrimonio dell’Unesco nel 1978, questa città rappresenta indubbiamente uno dei luoghi più interessanti del continente africano, grazie alle sue splendide chiese monolitiche e ipogee, risalenti all’XI e XII secolo, scavate nel tufo rosato.La sua bellezza è eterna e colpisce solo l’osservatore più attento perché all’apparenza Lalibela è solo una piccola cittadina di montagna, ma è proprio scrutandola attentamente, dal cuore della terra, che sprigiona tutto il suo fascino.
La raffinatezza stilistica, l’unicità delle strutture architettoniche e delle pitture sacre ancora ben conservate, fanno si che il sito di Lalibela rappresenti ancora oggi un’importante testimonianza del mondo cristiano copto.
Il nostro viaggio di scoperta chiude il sipario sull’atmosfera mistica de Lalibela per portarci sempre più a nord in direzione di una regione magnifica, la Dancalia.Dalla città di Macallè, sull’altipiano a 2.000 mt di altitudine, si discende nella depressione del Triangolo di Afar, meglio noto come Dancalia. Il dislivello è sorprendente: ci troviamo in una delle zone più basse di tutta l’Africa a circa 120 mt sotto il livello del mare.
Questa fossa tettonica, sviluppatasi nella parte meridionale del Mar Rosso, si esprime attraverso una moltitudine di scenari mozzafiato e realtà geologiche incredibili. Impossibile restare immuni alla forza che sprigiona il vulcano Erta Ale, “un gigante buono” che scalda letteralmente gli occhi e il cuore di chi ha il privilegio di osservarlo da vicino.Il trekking che accompagna il viaggiatore all’incontro con la natura prepotente e selvaggia del vulcano Erta Ale dura circa 4 ore, con un dislivello di 400mt. Ogni passo vale lo spettacolo della salita, in un susseguirsi di paesaggi dall’aspetto lunare, spazi infiniti e l’occasione magica, al calar del sole, di trascorrere la notte proprio lì, sotto le stelle in totale pace e libertà.
Eh sì perché il cammino per raggiungere il vulcano si compie in notturna.
Una volta giunti in cima si scende nell’enorme caldera del vulcano per sentire da vicino il “ribollire” della lava, assaporando la vitalità imprevedibile e meravigliosa della natura, in un gioco sensoriale unico al mondo, dove suoni, colori, odori e un avvolgente calore scatenano emozioni indescrivibili.
Lo stupore è destinato a non fermarsi qui.Poco distante un altro miracolo della natura ci attende. Il Dallol, un vulcano collassato emerso in superficie sottoforma d’infiniti piccoli geyser, laghi acidi e formazioni colorate dovute ai diversi minerali disciolti.
Un luogo assolutamente irreale, che cambia continuamente volto per via degli spostamenti della falda sotterranea. Zolfo, manganese, rame e mille altri minerali, contribuiscono ad aumentare il fascino di questo paesaggio, colorandolo di mille sfumature, difficili da riscontrare in qualsiasi altro luogo della Terra.
Dal Dallol alla Piana del Sale, dalla vivacità del colore alla glaciale sensazione di queste interminabili distese di sale.La vera attrattiva, però, è un’altra: a richiamare l’attenzione questa volta non è la natura, ma l’uomo.
Qui i popoli locali si approvvigionano di un’importante materia prima, il sale, merce di scambio con i popoli delle pianure, e lo fanno attraverso un iter che per l’uomo moderno è fantasia, un racconto d’altri tempi, ma che visto con i propri occhi assume un ammaliante significato.
Il popolo Afar, nomade e mussulmano, da secoli estrae il sale e lo trasporta in blocchi con lunghissime carovane di cammelli sino alle pianure circostanti.Il sale viene lavorato dai cristiani copti di Macallè che interagiscono in simbiosi con il popolo Afar.
Difficile a questo punto proseguire il viaggio: abbandonare la Dancalia significa lasciarsi alle spalle un pezzo significativo della nostra storia.I resti di Lucy, il più antico ominide al mondo, sono stati trovati proprio qui, a testimonianza del grande valore culturale e antropologico di queste terre. Ma il nostro viaggio continua.
Dopo aver attraversato la depressione della Dancalia, non resta che concludere il nostro viaggio solcando le acque del più importante lago dell’Etiopia, il lago Tana, dove la natura protegge i monasteri e le chiese che sorgono lungo le coste e sulle 37 isole.
Giunti a Bahir Dar, nel punto più a sud del lago Tana ci apprestiamo a raggiungere la nostra destinazione ultima, le cascate del Nilo Azzurro dette anche Tiss Isat o Tissisat, che in aramaico significa acqua fumante.La loro altezza, attorno ai 37 mt, e la loro ampiezza è dettata dal fatto che ben quattro corsi d’acqua confluiscono alle cascate creando, nella stagione delle piogge, un volume di circa 400 metri d’ampiezza.
Lo sguardo rivolto alle cascate racchiude tutta la magia di un viaggio in una terra meravigliosa, dove tutto è vita, dove è possibile trovare risposte, ma anche sollevare nuovi e affascinanti enigmi.
Il Timkat o epifania copta è una delle festività ortodosse più importanti di tutta l’Etiopia.
Si svolge ogni anno nella città di Lalibela e consiste in una successione di processioni e riti davvero suggestivi. Partendo da ciascuna delle chiese rupestri della città, gli uomini reggono in mano copia delle Tavole della Legge.
Lo scopo di ciascuna processione è quello di ricongiungere le tavole in un unico luogo dove sacerdoti e diaconi celebrano i propri riti.
I suoni, i colori e l’atmosfera sono davvero emozionanti e la partecipazione da parte della popolazione locale è sempre carica di entusiasmo e senso religioso. Il mattino successivo, all’alba, il Timkat si conclude con la celebrazione del battesimo e il rientro delle tavole nelle rispettive chiese, tramite le classiche processioni: una scenografia resa ancora più emozionante e spettacolare dal gioco di luci e colori.
La chiesa di San Giorgio è la più significativa tra le chiese monolitiche di Lalibela, scavata nel suolo secondo un progetto cruciforme, unico in Etiopia.
Dall’alto è possibile vedere soltanto il tetto scolpito a tre croci greche concentriche; per visitarla internamente è, invece, necessario passare attraverso uno stretto cunicolo che separa la chiesa dalle pareti della roccia da cui è stata ricavata. Si narra che lo stesso San Giorgio abbia diretto i lavori di costruzione della chiesa.
La cucina Etiope, ricca di gusto e di mille sapori. Il piatto tipico è il Wot, uno stufato di carne di manzo o pollo il tutto piccante, con salsa di pomodoro, cipolle e spezie.
Il Wot viene servito, come quasi tutte le portate sulla Injera, pane molto spugnoso preparato con il teff, un cereale dai chicchi finissimi, dal forte gusto acidulo, che viene cotto su una piastra circolare.
Lascia un commento