Una terra dai mille volti, autentica nella sua integrità e diversità. E’ Africa, per i suoi colori intensi, per l’atmosfera calda e accogliente, per le tradizioni e per la loro sacralità, ma è soprattutto un mondo a sé stante, racchiuso geograficamente in un’isola che abbraccia un’infinita varietà di paesaggi, di specie animali e vegetali endemici, di profumi e di cromie.
Benvenuti in Madagascar.
Con i suoi 594.180 kmq di superficie, il Madagascar è la quarta isola al mondo per estensione.
Perla dell’Oceano Indiano, l’isola è situata al largo della costa orientale africana, più precisamente a circa 400 km dal Mozambico.
Il Madagascar non è un’isola qualunque, bensì un luogo così remoto e affascinante da avere una propria identità, selvaggia e prepotente che, pur mantenendo i propri tratti distintivi, muta man mano che ci si addentra alla sua scoperta.
Come una matriosca quest’isola racchiude al suo interno tanti piccoli ecosistemi, ognuno caratterizzato da una propria vita, da flora e fauna autoctone e da condizioni climatiche completamente diverse.
È in questo modo che attorno al suo cuore pulsante, composto da un grande altopiano circondato da risaie e campi coltivati, si alternano zone aride, desertiche, costellate da baobab; spiagge dalla sabbia corallina, protette da foreste pluviali; e l’ineguagliabile terra rossa che, trasportata dal vento, tinge di quel caratteristico color purpureo tutto ciò su cui si posa, attribuendo al Madagascar l’appellativo di “Isola Rossa”.
Qual è l’ingrediente segreto che ha permesso a un’isola dell’Oceano Indiano di diventare inconsciamente l’unica possibile dimora di così tanta ricchezza naturalistica? La risposta è da rintracciarsi nell’isolamento in cui il Madagascar ha vissuto tutta la sua esistenza fin da quando, 160 milioni di anni fa, si staccò dal continente africano bloccando l’evoluzione di alcune specie animali e vegetali che al tempo stesso, però, non subirono il naturale flusso dell’estinzione, divenendo così esemplari unici ed endemici dell’isola.
Si contano circa 300 specie tra rettili e anfibi, 700 tipi di orchidee, 3.000 di farfalle, 120 varietà di palme, 7 di baobab, oltre 600 tipi di piante medicinali e molto altro ancora. Ma nell’immaginario collettivo l’emblema di questa particolare storia evolutiva del Magadascar è il lemure: un piccolo e bizzarro animaletto, antenato dei primati, che vive quale re incontrastato dell’isola (come suggerisce l’ormai celebre saga della Dreamworks) nelle sue oltre 50 specie.
Non è un caso quindi che chiunque si avventuri alla scoperta del Madagascar si ritrovi ad incontrare esemplari mai visti, ecosistemi straripanti di fascino e un patrimonio ecologico difficile da riscontrare altrove.
La sete di curiosità è forte di fronte a così tanta bellezza, ma come si può imprimere nella propria mente e attraverso i propri occhi tutta l’unicità dell’isola? Quale strada seguire? Quel che è certo è il punto di partenza, ossia la capitale Antanarivo. Caotica e vibrante è una delle più pittoresche capitali africane per via dei suoi colori, per i mercati che si snodano lungo quasi tutte le strade della città, le infinite scale e la varietà della gente che vi abita.
Antanarivo è il vero centro della vita politica, economica e culturale del Paese. Da qui si posso intraprendere itinerari diversi in base alle esigenze e allo stato d’animo: per chi vuole conoscere l’isola nella sua parte più intima e autentica, a stretto contatto con la natura, il percorso ideale è la discesa dell’altopiano da Antanarivo fino a Tulear.
Questo percorso vi porterà a incontrare Antsirabe, capoluogo della fertile regione del Vakinankaratra e città conosciuta per i suoi innumerevoli risciò; attraverserete il Parco di Ranomafana, immersi nella foresta pluviale animata da spettacolari e inconsueti abitanti; fino a raggiungere l’arido Parco di Isalo con le sue famose formazioni rocciose modellate dal vento. Un viaggio così non può che terminare a Tulear, salutando il Madagascar con lo sguardo rivolto al Canale di Mozambico circondati da una valle infinita di baobab. Stop.
Potremmo benissimo chiudere con questo fantastico fermo immagine: il tramonto, i baobab, il continente africano in lontananza, ma manca qualcosa all’appello. Il Madagscar non è solo patria di esploratori e ricercatori, è anche un’ottima meta per rilassarsi e ritrovare la pace dei sensi. E allora perché rinunciare a un ultimo momento di relax in uno dei meravigliosi isolotti che circondano l’Isola Rossa? Poco conta se a questo punto vi toccherà risalire tutta la costa, perché la vostra destinazione potrebbe essere proprio l’isola vulcanica di Nosy Be.
Nosy Be, chiamata anche l’isola dei profumi, per l’inebriante aroma di vaniglia e ylang ylang che pervade ogni strada, è la più famosa dell’arcipelago, amata per la sua lussureggiante vegetazione tropicale, per le lunghe spiagge che la costeggiano e i fondali corallini ancora incontaminati.
L’arcipelago è composto da altri gruppi di spettacolari isole, Komba, Tanikely, Iranja e Mitsio, creando nell’insieme un parco sottomarino di inestimabile bellezza, meta ideale per gli amanti delle immersioni subacquee.
Racchiudere tutta la complessità e la varietà di questo Paese in poche righe è davvero difficile, il suo fascino e la sua bellezza meritano di essere narrati, ma prima ancora di essere vissuti.
Un viaggio in Madagascar è un’esperienza unica.
Un percorso ricco di sorprese che vi porterà a conoscere e amare questo piccolo, grande mondo.
Il Donia è il festival della musica dell’Oceano Indiano. In questa occasione ogni anno, nel mese di maggio, si radunano a Nosy Be gruppi di musicisti africani, per dar vita alla manifestazione musicale più attesa ed animata dell’anno. Nei giorni del festival Nosy Be si ferma: i locali sono chiusi, le attività durante il giorno sono bloccate, tutto ruota attorno al DORIA, vissuto proprio come parentesi di allegria collettiva. Il festival, inoltre, non è solo canti e balli, ma anche luogo di riflessioni e discussioni in merito a problemi esistenti e progetti futuri del Paese.
L’isola di Tsarabanjina è il paradiso terrestre. Il suo nome significa “bella vista” e il motivo diventa evidente quando ci si trova di fronte o immersi in questo fazzoletto di terra nel mezzo dell’Oceano Indiano.
Una natura quasi incontaminata, sabbia corallina, vegetazione tropicale e un senso di pace, avvolgono questo luogo e lo immobilizzano nel tempo e nello spazio come in una cartolina. Solo il rumore delle onde infrange il silenzio dell’isola. La quasi totale assenza di strade rende impraticabile l’attraversamento di buona parte dell’isola, in compenso il viaggiatore si gode il privilegio di poter trascorrere senza la costrizione delle calzature il soggiorno sull’isola.
Il Parco Nazionale di Ranomafana è situato a circa 60 km a nord-est di Fianarantsoa e si estende su una superficie di 41.000 ettari di colline coperte da foresta pluviale a un’altitudine compresa tra 800 e 1200 metri.
Nel parco vivono 29 specie di mammiferi, tra cui 12 tipi di lemuri, un centinaio di specie di uccelli, rettili e farfalle.
La flora è altrettanto interessante con le sue varietà di felci, palme, orchidee, piante medicinali e carnivore e macchie di bambù giganti. Inaugurato nel 1991, il Parco Nazionale di Ranomafana appartiene, dal 2007, al complesso delle foreste pluviali di Atsinanana, patrimonio dell’UNESCO.
L’antica cittadina coloniale di Fort Dauphin, meglio nota con il nome malgascio di Tolagnaro, è considerata la “costa azzurra” del Madagascar. Per la sua posizione, a sud est dell’isola, questo piccolo porto turistico si contrappone all’isola di Nosy Be nella spartizione del turismo. Oltre alle spiagge, Tolagnaro è nota per le rovine portoghesi, le pittoresche tombe dell’etnia Mahafaly, le piante carnivore e i baobab. Data la sua vicinanza alla riserva naturale di Berenty, questa città è considerata tappa obbligatoria, nonché un ottimo punto di partenza per chi vuole avventurarsi alla scoperta della riserva.
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