Nel 2013 si festeggiano i 200 anni dalla nascita di David Livingstone, missionario, esploratore e medico britannico, scozzese per la precisione, che viene ricordato in tutto il mondo per aver scoperto le famose Cascate Vittoria. Livingstone sentiva, già negli anni ’50 del 1800, che dall’esplorazione dell’Africa Centrale avrebbe tratto ispirazione e nuove aperture commerciali da proporre agli inglesi.Per questo motivo perseguì con costanza il suo obiettivo, percorse migliaia di chilometri a piedi, spinto da un’attrazione vitale verso queste terre, un’attrazione che gli impedì di fermarsi anche quando la malaria uccise senza pietà le sue missioni.
Seguendo la passione che ha spinto questo importante esploratore ad addentrarsi in territori lontani, allora sconosciuti e ostili, ci avviciniamo alla scoperta del Botswana, un Paese selvaggio, la cui natura primordiale pervade ogni angolo, affascinando il viaggiatore moderno, eternamente alla ricerca di un’esperienza autentica, che riporti in primo piano il contatto con il mondo e i suoi abitanti.Il Botswana accoglie i visitatori mostrandosi nella sua unicità.
Difficile concentrare l’attenzione su un’unica area, perché la diversità di ambientazioni, la ricchezza faunistica e la forte eredità culturale del Paese, rappresentano, ciascuno a modo proprio, un richiamo irresistibile.Ma, se osservando una carta geografica del Botswana volessimo rintracciare un luogo rappresentativo in grado di racchiudere in poche righe l’essenza di questa terra, il dito punterebbe senza esitazioni lì, sul Delta dell’Okavango.
Il Delta dell’Okavango è uno spettacolo impareggiabile: un delta interno, tra i più grandi al mondo, che fluisce nella savana sabbiosa; un percorso tortuoso di corsi d’acqua che dalla regione umida dell’Angola, discendono come tanti piccoli serpenti fino a raggiungere e disperdersi nelle aride terre del Kalahari.Lungo il tragitto, una vegetazione rigogliosa di palme, papiri e fitte foreste, costituisce l’ecosistema ideale per la prolificazione d’innumerevoli esemplari di fauna selvaggia.
La formazione del Delta risale a milioni di anni fa e fu causato da una particolare combinazione di movimenti tettonici e altri fenomeni geologici che portarono alla deviazione del fiume Okavango e il successivo ristagno caratteristico del Delta.
Come questo fiume sia riuscito a penetrare in un terreno semidesertico, è difficile da capire, ma ogni forma di comprensione svanisce, lasciando posto solo allo stupore, quando si osserva il risultato sorprendente della sua forza.Ci sono due vie per godere pienamente della bellezza del Delta: navigando o sorvolando l’area.
Nel primo caso si utilizza tradizionalmente il mokoro, una piccola canoa ricavata dal tronco di un albero, che accompagna i viaggiatori verso incontri ravvicinati con coccodrilli, ippopotami, uccelli di ogni specie e antilopi d’acqua.
Nelle escursioni in volo, invece, lo sguardo è inevitabilmente fisso verso il basso: branchi enormi di elefanti e bufali attraversano il Delta, zebre, giraffe e rinoceronti passeggiano indisturbati sotto gli occhi attenti e curiosi dei visitatori, un’immagine che rappresenta pienamente l’equilibrio misterioso di questo singolare fenomeno della natura.Il Delta dell’Okavango è un’oasi, il suo cuore rappresenta il rifugio sicuro che questi animali necessitano per sopravvivere in libertà, ma il suo prestigio non è solo al servizio dei suoi abitanti, ma anche di tutti quei viaggiatori alla ricerca di esperienze primitive, ad alto tasso emozionale.
Riuscirà il Botswana a far rientrare questa meraviglia nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità?
Noi glielo auguriamo…
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