“Se la terra scomparisse e rimanesse solo la Bolivia, tutti i climi e i prodotti della terra si ritroverebbero qui. Per la sua altezza, il suo clima, per la sua infinita varietà di caratteristiche geografiche, la Bolivia è come la sintesi del mondo.”
Alcide d’Orbigny
Immaginate di essere un pittore di ritorno da un viaggio in Bolivia e di voler dipingere un quadro che rappresenti gli scenari che avete appena lasciato: prendete il verde smeraldo della foresta amazzonica, il blu intenso del cielo cristallino, il bianco luminoso del Salar e delle cime innevate delle Ande e aggiungetevi un po’ di ambra, rosso e ocra delle sfumature dell’altopiano.
Ecco, avrete solo una parziale immagine del fascino e della varietà naturalistica e morfologica che caratterizza questo meraviglioso e ancora poco turistico luogo.
La Bolivia, paese senza sbocco sul mare, incastonata tra Perù, Brasile, Paraguay e Cile si suddivide in zone climatiche molto diverse tra loro: ad oriente si estende il bassopiano con la pianura alluvionale dell’alto bacino amazzonico, ad occidente si innalzano l’altopiano e la catena andina.
Mai come in Bolivia i termini immenso e inaspettato sono più appropriati. Abbandonate le principali città, dall’impronta coloniale, può capitare di viaggiare per ore sul vastissimo altopiano e imbattersi in inattesi gioielli della natura.
È il caso delle lagune; le più spettacolari sono la Laguna Colorada e la Laguna Verde: devono il loro nome alla colorazione che assumono le loro acque per la presenza, nella prima di alghe e plancton che ne fanno l’habitat ideale per gli eleganti fenicotteri rosa; la seconda invece, sempre increspata da un forte vento, si trova tra le montagne che la circondano come un preziosa pietra verde-blu, sfumature dovute all’alta concentrazione di piombo, zolfo e carbonato di calcio.
La straordinaria presenza di fenicotteri tipica della Laguna Colorada è solo un esempio della biodiversità faunistica che offre la Bolivia: dal popolato ecosistema amazzonico ai tipici lama, guanachi, alpaca, vigogne delle regioni dell’altopiano.
Il Salar de Uyuni è uno dei luoghi più suggestivi della Bolivia: uno sconfinato manto bianco dalla superficie tappezzata di mattonelle di sale dalla naturale forma esagonale tanto da sembrar quasi cesellate dall’abilità di uno scultore si staglia contro un accecante cielo turchese.
Al centro del salar, quasi un miraggio, contrasta l’infinita distesa orizzontale l’Isla Inkawasi: questa formazione rocciosa è l’ambiente naturale dei cactus giganti che la ricoprono interamente e che suggeriscono una singolare idea di slancio verticale di contro all’estensione orizzontale del salar sottostante.
La Bolivia non è solo un paradiso per i naturalisti, ma è anche un paese con una lunga storia e dalla vivace cultura.
La città di La Paz è cifra della fusione che nel corso del tempo si è venuta a creare tra le tradizioni locali e l’attualità: è normale incontrare tra le strade dominate dai palazzi moderni persone ancora vestite secondo gli abiti tradizionali.
Giungendo da El Alto si incontra uno spettacolo sorprendente: l’occhio precipita seguendo gli edifici di La Paz che si distende sui fianchi di una fenditura, la hoyada, per poi rialzarsi e elevarsi sulle cinque cime dell’Abuelo de poncho blanco, nome locale del Nevado Illimani.
Se La Paz è il centro del potere politico ed economico, la capitale ufficiale del paese è Sucre, la ciudad blanca: le strade acciottolate, le case bianchissime del centro storico le conferiscono un particolare sapore spagnolo.
L’incontro tra l’evangelizzazione spagnola e la cultura precedente ha portato a un fenomeno di sincretismo religioso molto pregnante: anche oggi l’antico culto andino della Pachamama è fortemente sentito, ma al contempo, la figura della Grande Madre è assimilata a quella della Vergine.
Carica di storia, anche se decisamente più recente è Vallegrande: qui, il 9 ottobre 1967 fu ucciso Che Guevara.
Dal più recente passato all’antichità: precedentemente al dominio incaico, sulla sponda meridionale del lago Titicaca apparvero i primi stanziamenti della civiltà di Tiahuanaco di cui rimangono numerosi manufatti e reperti, tra i quali il grande centro cultuale a cui ha dato il nome.
Ecco, ora siete arrivati quasi alla fine del vostro quadro.
Avete viaggiato di giorno, tra la luce che illumina le sfaccettature dei paesaggi incontrati, ma anche la notte, sull’altopiano, esplode di colori: l’ocra delle montagne sul far del tramonto assume tonalità sempre più dolci e rosa, fino a venire inghiottito dal blu intenso della notte. E allora il cielo sembra immenso come non mai, copre tutti i colori del giorno sovrastando la terra con un’interminabile distesa nera, puntellata da un’infinità di stelle.
Il carnevale di Oruro o Diablada nasce da un’antica leggenda sulla Vergine.
È una delle feste più caratteristiche della Bolivia: ha luogo il sabato precedente il mercoledì delle Ceneri e si compone di festeggiamenti a cui i partecipanti si uniscono vestiti tradizionalmente con costumi dalle fogge vivaci e preziose rappresentanti diavoli,animali, incas e conquistadores. È significativa cifra del sincretismo religioso tra influenze cristiane rappresentate dal culto della Vergine e gli antichi culti autoctoni della Pachamama.
Le rovine di Inca-rakay, situate a Serranda de Tarhuani probabilmente costituivano un avamposto dell’amministrazione incaica,con funzione di controllo della fertile valle di Cochabamba. Attualmente rimane solo parte dei muri, che dà un’idea parziale dell’antica bellezza.
Il sentiero Taquesi ancora percorribile e coperto da una pavimentazione pre-incaica era il percorso utilizzato dai primi aymara, dagli incas e dagli spagnoli poi per raggiungere le Yungas valicando la Cordillera Real a quote relativamente basse. Potosì, a un’altitudine di 4090 metri, deve la sua popolarità alle miniere d’argento scavate nel Cerro Rico, monte che sovrasta la città.
Diventata centro vitale durante il dominio spagnolo conserva testimonianza di quel periodo nell’architettura e nei monumenti in stile coloniale. Tiahuanaco è un delle testimonianze rimaste dell’omonima civiltà fiorita attorno al 600 a.C. ed entrata in declino nel XI secolo. Centro cerimoniale conserva notevoli resti archeologici: la piramide Akapana, la piattaforma rituale della Kalasasaya e l’affascinante Puerta del Sol.
2 Commenti
sono stata in Bolivia arrivando dal Nord del Cile : un viaggio affascinante, veramente unico!
purtroppo in quel periodo non fu possibile visitare alcune zone per disordini politici piuttosto violenti e blocchi stradali.
dovemmo rinunciare a un trek nella cordillera e cambiare itinerario: puntammo a sud scoprendo un mondo di canyons , quebrade rosse, villaggi e vivacissimi mercati… avrei tanta voglia di tornare in Bolivia e completare il viaggio
Grazie Patrizia per aver condiviso con noi questo bellissimo ricordo
Concordiamo con te che sia un viaggio UNICO!!!