Ogni luogo porta con sé la propria storia e ogni storia vive grazie agli uomini, che con pazienza e volontà tramando tradizioni, usi e costumi alle generazioni future, lasciando traccia indelebile delle proprie origini.
In Guatemala ogni volto racconta un tassello della vita di un Paese carico di folclore, che ha ereditato dai Maya un passato di grandi gesta e accoglie il presente con rispetto e solarità.
Chi non è mai stato in Guatemala, inevitabilmente associa questo piccolo Paese centroamericano a epoche passate.
Anche senza forzare troppo i nostri ricordi scolastici, ma semplicemente digitando “Guatemala” su qualsiasi motore di ricerca, appariranno immagini raffiguranti antichi esemplari architettonici e culturali appartenenti ad ere ormai lontane.
Un salto nel tempo che ci riporta al periodo precolombiano, ai resti della grandiosa civiltà Maya e alla colonizzazione spagnola.
Ma cosa rappresenta realmente il passato per questo popolo? Il nostro ideale collettivo corrisponde al vero?
E chi incontra il Guatemala oggi, cosa porta realmente via con sé?
Per rispondere è necessario armarsi di curiosità e spirito di osservazione, perché in Guatemala l’apparenza nasconde un mondo pieno di sorprese.
Il primo passo verso la conoscenza più intima della nostra meta è subito di livello perché la prima tappa è Antigua, l’antica capitale del Guatemala, risalente al XVI secolo, e cuore pulsante del periodo ispanico.
Edificata a 1.500 mt sul livello del mare, Antigua è circondata da tre vulcani – Acatenango, Fuego e Agua – in una zona sismica particolarmente attiva; motivo per cui nel 1773, a seguito dell’ennesimo terremoto, fu costretta a cedere il proprio ruolo di capitale alla caotica Città del Guatemala.
Questo non impedì ai colonizzatori spagnoli di investire molto in Antigua, trasformandola, nell’arco di due secoli, in una città ricca di fascino e valore culturale.
La testimonianza del periodo coloniale è vivida ed evidente ancora oggi nell’architettura ispirata al Rinascimento italiano, nei resti di edifici storici di origine privata, religiosa o governativa, che popolano le strette vie di ciottolato e le piazze della città.
Antigua è per i guatemaltechi un piccolo gioiello, un bene prezioso che hanno saputo preservare, cercando di mantenerne intatta la bellezza nel tempo, tanto da essere riconosciuta come Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, nel 1979. Già dall’incontro con Antigua è evidente come la storia abbia segnato la vita del Guatemala e del suo popolo, ma le tracce sono infinite, la strada è ancora lunga e forse per capire esattamente cosa rimane oggi di tutta la gloria del passato è necessario andare oltre e dirigersi verso Chichicastenango.
Lungo il tragitto si comincia a comprendere come la storia in realtà non sia l’unica protagonista di questo viaggio: la natura è una “spalla” impeccabile, ma a volte riesce anche a rubare la scena, scatenando nel viaggiatore un sempre maggiore interesse e curiosità.
Chichicastenango, posta a 2.000 mt sul livello del mare, è una cittadina che brilla di luce propria. Isolata e nascosta da una natura prorompente, che si affaccia su vedute panoramiche di vallate e altopiani, vive in un mondo proprio, dove si respira un forte attaccamento alle tradizioni precolombiane, alle civiltà Maya, a quei riti e cerimoniali religiosi precristiani che in altri luoghi remoti probabilmente ormai non esistono nemmeno più.
Ma la città di “Chichi” ha un secondo volto, quello caotico, inebriante e travolgente del mercato di Piazza San Tomas.
Il mercato di Chichi non è un semplice mercato, è un evento, un’invasione di colori, profumi, suoni…
Tutta la tradizione artigiana maya e guatemalteca si da appuntamento qui, due volte la settimana, per scatenare l’irrefrenabile impulso all’acquisto, con locali e soprattutto i visitatori che assalgono letteralmente le bancarelle in cerca del ricordo perfetto. E’ qui che si comincia a intravedere nei volti della gente l’importanza di non perdere mai le proprie origini e di credere nelle tradizioni.
Segnato un altro traguardo è la volta del Lago Atitlan.
Come accennato, non sempre il viaggio in Guatemala ha solo una valenza storica e questa tratta ne è la dimostrazione. Da qualsiasi punto lo si osservi, dalla costa o navigando le sue acque cristalline, lo spettacolo a cui si assiste è senza pari.
Nato da un’eruzione vulcanica, il lago Atitlan ha dato origine, a sua volta, ad altri vulcani che oggi ne incorniciano il percorso. Attraversando il lago si può assistere ad un particolare gioco di colori, uno spettacolo naturale da immortalare in ogni sfumatura.
Il senso di pace e tranquillità pervade, ma non perdiamo di vista il nostro obiettivo, perché è proprio lungo le rive di questo lago che vivono popoli indigeni, abitanti di villaggi remoti, dove regnano usanze e costumi tipici dei maya, preservati e declinati in maniera diversa.
Dal villaggio di Panajachel, a Santiago Atitlán, alla cittadina di San Pedro, la storia rivive dunque nelle persone, nella loro capacità di tramandare il proprio sapere, ed è sorprendente pensare a come solo il modo di vestire di ognuno possa raccontarci chi sono, da che villaggio provengono e quale sia il loro rango sociale.
Da qui la strada è ancora lunga, le aspettative sempre più soddisfatte e la curiosità sempre più pressante.
Come concludere questa prima esperienza alla scoperta della civiltà Maya? Tornando al nostro punto di partenza. La nostra ricerca sul web raffigurava piramidi dai mille scalini sommerse nella vegetazione, giganteschi templi e strutture cerimoniali, rovine di appariscenti città Maya…. In una sola parola Tikal, uno dei centri archeologici più importanti della civiltà Maya situato all’interno dell’omonimo Parco Nazionale.
In questa antica città, Patrimonio Unesco, contornata da una folta vegetazione, basta alzare lo sguardo per capire la sacralità e l’importanza del luogo in cui ci si trova: queste rovine si intrecciano in una sorta di labirinto all’interno della giungla.
Ad ogni angolo un antico tempio, i resti di un palazzo o maestose piazze ci proiettano in una dimensione dove lo spazio e il tempo sono dilatati e dove cultura e natura si amalgamano perfettamente, creando suggestioni davvero emozionanti e ottimi spunti di riflessione.
Dal Guatemala non possiamo, quindi, che portare con noi un grande insegnamento: il nostro passato è la nostra storia, noi siamo quello che gli avi hanno realizzato per noi, preserviamo il loro percorso, affianchiamolo sapientemente al nostro e raccontiamolo al resto del mondo con i nostri occhi.
Il mercato di Chichicastenango è una vera e propria attrattiva: ogni giovedì e domenica centinaia di artigiani si danno appuntamento nella città di Chichi, letteralmente invasa e trasformata, per esporre tutta la propria mercanzia.
Per gli amanti del classico artigianato maya (dalla lavorazione del legno, alla ceramica) e dell’oggettistica tipica dei nativi dell’America Centrale, questa è una vera e propria mecca. Un’esperienza che va al di là del classico shopping metropolitano. Impossibile uscire dal turbinio di profumi e colori senza acquistare qualcosa, ovviamente contrattando sempre, una pratica a volte impegnativa, ma che in Guatemala non può mancare.
Il Lago Atitlan offre uno spettacolo senza precedenti. Il suo nome significa “luogo dove l’arcobaleno prende i suoi colori”, ecco perché le sue acque cristalline godono di sfumature sorprendenti. Al cospetto di maestosi vulcani, il Lago Atitlan accoglie ogni anno visitatori curiosi di navigare le sue acque per sentirsi catapultati in un’altra dimensione.
Una dimensione remota, fatta di villaggi indigeni e di popoli che vivono ancora secondo i propri costumi, tradizioni e modi di vestire, discendenti dalla tradizione maya.
Tra questi villaggi c’è anche Santiago Atitlan, dove dimora la statua del Maximon, un dio pagano delle popolazioni indigene che ogni anno è ospitato in una diversa abitazione privata, oggetto di pellegrinaggi e donazioni in segno di venerazione verso questa grottesca, ma sentita, divinità.
Trovarsi a Livingston è come avere un piede in Guatemala e l’altro nei Caraibi. Situato proprio sul versante caraibico del Paese, Livingston ha rappresentato per molti anni uno snodo fondamentale per il commercio marittimo e un porto strategico per l’accesso al Mar dei Caraibi.
Oggi è un villaggio tropicale, animato da “variopinte” popolazioni: dai giamaicani, ai garifuna, agli schiavi africani.
Un mix divertente di musica, ottime spiagge e tanta allegria, un rifugio naturale dalla vegetazione lussureggiante per dedicarsi ad un piacevole soggiorno in tutto relax.
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