(Continua da qui). La capitale Hanoi sprigiona un fascino unico che la distingue da tutte le altre caotiche megalopoli asiatiche: a fianco dei grattacieli, delle autostrade e delle luci al neon colorate, Hanoi mantiene un sapore di altri tempi, un nobile distacco che traspare nei suoi boulevard alberati, nei suoi edifici coloniali e nella sua elegante ricchezza culturale.
Passeggiare nel vecchio quartiere francese è un’esperienza che da sola vale un viaggio in Vietnam: è d’obbligo ritagliarsi almeno mezza giornata del proprio viaggio per soffermarsi a guardare le vetrine delle innumerevoli boutiques, per sorseggiare un profumato caffè accompagnato da un dolcetto appena sfornato in una pâtisserie oppure per abbandonarsi alle lusinghe dello street food locale innaffiato da qualche boccale di eccellente birra artigianale.
E in effetti la gastronomia è un’altra eccellenza di questa ricca terra, bagnata da centinaia di chilometri di mare pescoso e resa fertile dall’alternanza di sole e pioggia secondo gli ancestrali ritmi dei monsoni.
Qui, più che altrove in Oriente, ho trovato una piacevole influenza della cucina francese sulla gastronomia locale: per esempio è molto diffusa l’abitudine di cominciare il pasto con un paio di fette di baguette tiepide affiancate da un piattino contenente qualche ricciolo di burro. Non mancano anche ispirazioni culinarie dal retrogusto cinese e giapponese, così come non è difficile trovare ristoranti che propongono piatti occidentali per chi desidera una pausa dai sapori speziati.
Molti locali ed alberghi propongono interessanti “cooking lessons” per imparare dagli chef locali l’arte di trasformare gli ingredienti e le erbe fresche acquistate al mercato in deliziosi piatti saporiti.
Il Vietnam di oggi è un formidabile libro aperto sulla storia, un libro le cui pagine non sono ingiallite dal tempo, ma anzi sono mantenute vivide nel ricordo grazie alle innumerevoli testimonianze di cui è disseminato il suo territorio.
Passeggiare di sera nelle stradine presso il lungofiume di Hoi An è un tuffo nel XV secolo, quando il mare lambiva le sue strade e i commercianti portoghesi, olandesi, inglesi, francesi e soprattutto cinesi e giapponesi vi approdavano con i propri bastimenti carichi di spezie, tessuti e merci varie.
I magazzini e gli empori commerciali di un tempo, fusi con le residenze e le abitazioni raffinate dei mercanti, esistono tuttora mirabilmente conservati. Anzi, gli attuali abitanti, forse memori della loro antica vocazione mercantile, ne rivivono gli antichi fasti trasformandoli con gusto in negozietti, boutiques, laboratori artigianali, gallerie e ristorantini.
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