Un trekking sull’Himalaya è il modo migliore per visitare Paesi di una struggente bellezza ed entrare in contatto con i popoli che qui abitano e che preservano tradizioni e religioni millenarie. Gli itinerari proposti comprendono sia i percorsi classici, come i campi base degli 8000, sia la scoperta di zone sconosciute e selvagge lungo sentieri che si snodano ai piedi delle montagne più alte del mondo. Presentano diversi gradi di difficoltà, lunghezze e sistemazioni.
Tutti i trekking sono accompagnati da esperte guide locali e supportati dalla nostra organizzazione.
Attrezzatura consigliata per il trekking himalayano
Abbigliamento e attrezzatura dipendono dal tipo di trekking che dobbiamo affrontare. I sentieri dell’Himalaya raggiungono comunque sempre quote elevate e le temperature possono essere molto rigide, soprattutto durante la notte.
Indispensabili piumino, guscio antivento, scarponi, scarpe più leggere da trekking, calzettoni di lana, pantaloni antivento e da trekking, pile, maglie tecniche, magliette di lana e cotone, berretto di lana, guanti, cappello da sole, occhiali da sole, creme protettive anche per le labbra, zaino, racchette/bastoncini, sacco a pelo, pila frontale, borraccia.
Per la maggioranza dei percorsi non servono ghette, ramponi, corde e imbragature. Nell’organizzare i nostri tour viene comunque fornito l’elenco dettagliato dell’equipaggiamento necessario in base all’itinerario e alla stagione scelti.
Himalaya e trekking: considerazioni di base
Per affrontare un trekking sull’Himalaya occorrono una buona condizione fisica e un discreto allenamento. I nostri percorsi abitualmente partono da località di media altezza (2000-2500 mt) raggiunti con jeep o piccoli aerei.
Ogni giorno sono previste 6-8 ore di cammino che ci condurranno progressivamente a quote sempre più elevate (5000-6000 mt). La salita lenta e graduale consente al fisico di adattarsi all’altitudine e di limitare il “mal di montagna”.
Durante ogni tappa, ogni partecipante deve portare con sé nello zaino solo il necessario al fabbisogno quotidiano e all’improvviso e possibile cambiamento delle condizioni meteo. Tutto il resto viene trasportato dall’organizzazione.
Anche se i pasti durante le ore di trekking vengono preparati dall’organizzazione, è fondamentale avere con sé acqua (o bevande) a sufficienza per una corretta idratazione, considerando che in quota occorre bere molto.
Per lo stesso motivo è utile avere a disposizione anche barrette energetiche, integratori, qualche snack calorico.
Organizzazione e spostamenti in quota
Ogni trekking è accompagnato da una “guida alpina” locale parlante inglese (o italiano), dei portatori, un cuoco e un aiuto-cuoco. Per alcuni percorsi particolarmente impegnativi è previsto l’utilizzo di muli o yak a supporto dei portatori.
La nostra organizzazione, oltre che a trasportare il materiale e l’equipaggiamento (compreso il bagaglio dei partecipanti che deve essere costituito da sacche morbide, possibilmente impermeabili), provvede quotidianamente ad allestire e smontare i campi tendati (le tende e i materassini sono fornite da noi) e a preparare i pasti (colazione e cena al campo, pranzo durante il trekking).
Lungo i percorsi più battuti (per esempio quello che porta al Campo base dell’Everest) è possibile che il pernottamento, al posto che in tenda, sia previsto in lodge o rifugi. Alcuni itinerari invece raggiungono luoghi particolarmente remoti e i pernottamenti sono previsti in ambienti impegnativi e isolati dove occorre un alto spirito di adattamento.
Ogni sera durante un briefing, l’accompagnatore fornisce tutte le indicazioni sulla giornata successiva, comprese la difficoltà e la lunghezza del percorso, le caratteristiche del tragitto, i villaggi e le montagne, le condizioni meteo, ecc.
Garantire una corretta alimentazione ad alta quota non è facile. I nostri cuochi preparano sempre almeno due pasti caldi al giorno. A colazione non mancano te, caffè e latte e a cena è sempre prevista una zuppa.
Legumi, cereali, riso e patate costituiscono gli alimenti base: non va dimenticata la difficoltà di trasporto e di approvvigionamento.
Comunque, durante i trekking più impegnativi, condividere le difficoltà del cuoco nel preparare e nel servire i pasti resta uno dei momenti indimenticabili. E’ consigliato portare in valigia qualche integratore, qualche barretta, o cioccolato, ecc., da consumare soprattutto durante le ore di cammino. Anche se va ricordato che a quote elevate la digestione è lenta e quindi, nonostante il dispendio di energia, è meglio mangiare poco.
Un’esperienza di trekking indimenticabile
Un trekking sull’Himalaya vuol dire vivere nella natura, intorno alle montagne più alte del mondo, ma vuol dire anche venire a contatto con popolazioni come gli Sherpa, che abitano villaggi remoti e non raggiunti dal turismo di massa.
Vuol dire conoscere i loro usi, i loro costumi, la loro spiritualità.
Vuol dire passare qualche giorno sulle orme degli antichi esploratori. Vuol dire insomma vivere un’esperienza unica.
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