La diversità antropologica delle tribù e dei popoli indigeni, in un mondo sempre più globalizzato, è un’eredità culturale preziosa, da preservare in ogni suo aspetto.
Conoscere le usanze e le tradizioni di queste popolazioni significa venire a contatto con l’anima più profonda di un Paese.
Oggi vi portiamo in Orissa, dove esiste la più alta concentrazione di gruppi tribali (in sanscrito adivasi, letteralmente “abitanti del luogo”) di tutta l’India: 62 tribù stanziate principalmente nelle aree collinari e boscose del centro e del sud-ovest.
Di questi gruppi tribali i più noti sono quelli dei Kutia Kondh, dei Boro e dei Bonda. Conosciamo più da vicino alcune delle caratteristiche che accomunano le tribù dell’Orissa, le quali oggi mantengono intatte tradizioni tramandate nei secoli grazie all’isolamento dalla modernizzazione.
Fino agli anni ’70 del seolo scorso le tribù dell’Orissa erano quasi esclusivamente animiste, ma nel corso degli anni, in seguito alle missioni di conversione, gran parte di queste popolazioni si è convertita al cristianesimo. Le tribù dell’Orissa vivono in villaggi lontani dai centri abitati, sulle colline o nelle fitte foreste, coltivando terreni poco accessibili con tecniche ancora primitive.
Praticano una vita comunitaria in piccoli villaggi composti da modeste capanne, costruite con fango e paglia, in condizioni di vita al margine della società moderna. Sono suddivisi in caste e in ciascuna tribù si parla un dialetto differente. Credono nelle forza della natura, nella magia e praticano riti propiziatori. Le donne Boro Gadaba sono abili danzatrici e si esibiscono nel villaggio ballando e cantando in cerchio per invocare la pioggia o qualche spirito benevolo dalla foresta. Durante la giornata molti degli adulti del villaggio sono impegnati nella caccia e nella coltivazione di campi. Praticano, inoltre, un’agricoltura itinerante di sussistenza integrata dalla raccolta di frutti spontanei.
Tradizioni millenarie
Gli appartenenti a queste tribù sono soliti curare l’estetica: le donne, in particolare, acconciano i capelli con decine di fermagli colorati, portano anelli al naso e alle mani nonché orecchini che producono artigianalmente e che vendono nei mercati.
Le donne Bonda sono facilmente riconoscibili poiché indossano molti fili di perline colorate sia sul capo rasato che sul petto, oltre ai tradizionali indumenti vivaci che richiamano i colori della natura, in particolare il noto ringa, un gonnellino a righe tessuto al telaio di casa. Si ornano con grandi collari in alluminio o bronzo e cinture che simboleggiano la casta di appartenenza.
Le diverse comunità tribali e rurali si incontrano nei mercati settimanali di Chattikona e Onkudelli (nel distretto di Koraput nel sud dell’Orissa) per scambiare, molto spesso attraverso il baratto, i loro prodotti della terra o di artigianato, su cui si basa l’economia locale.
Questi incontri così caratteristici danno origine al contatto con un mondo arcaico, dove tutto sembra giungere da un passato lontano e affascinante. È qui che si respira l’India più autentica, fatta di sorrisi e di una serenità disarmante.
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