Il mito dell’India ha influenzato profondamente, già a partire dagli inizi dell’Ottocento, la cultura occidentale in ogni suo aspetto, dalla letteratura all’arte, dal cinema alla fotografia: si pensi a Herman Hesse, Schopenhauer, Sabastião Salgado, Steve McCurry e Roberto Rossellini, solo per citarne alcuni.
Ma ritroviamo ampiamente simboli e rimandi alla cultura indù anche nella musica occidentale.
Sono numerosi, infatti, gli artisti e i gruppi che si sono ispirati all’India per il componimento dei loro pezzi, e se non ve ne vengono in mente molti non vi preoccupate perché stiamo per menzionarne qualcuno (è il caso di dirlo) degno di nota!
A partire dagli anni Sessanta band di fama internazionale come gli Yardbirds, i Beatles, i Rolling Stones, i Doors e i Byrds si ispirarono alla musica classica indiana, e alla musica orientale più in generale, per alimentare la loro produzione musicale psichedelica, tanto in voga all’epoca. Venivano così influenzate generazioni di giovani occidentali, sempre più affascinati dalle filosofie e dalle comunità orientali.
E a proposito di cultura psichedelica e influenze indiane, una delle mete preferite degli hippie occidentali era Goa, il piccolo stato sulla costa occidentale dell’India bagnato dalle acque del Mar Arabico.
Con le sue splendide spiagge dorate e il forte clima di tolleranza, Goa rappresentava il paradiso hippie dove ondate di giovani provenienti dall’Europa e dell’America si riunivano per praticare yoga, rilassarsi e entrare in contatto con la natura incontaminata.
Durante un loro famoso viaggio in India, a Rishikesh, i Beatles, attraverso l’arte della meditazione che praticavano presso l’ashram del guru Maharishi Mahesh Yogi, si lasciarono ispirare dalla spiritualità indiana per realizzare il loro celebre White Album (1968).
Questa esperienza mistica fu determinante per i Fab Four e risultò utile per affinare le loro doti creative e per migliorare le loro competenze strumentali, dal momento che trascorrevano molto tempo utilizzando chitarre acustiche per la mancanza di elettricità.
Ma la spiritualità e la musica indiana furono una calamita specialmente per George Harrison.
L’interesse di Harrison per la musica indiana iniziò per caso, nel 1965, sul set del film Help! Alcune sequenze furono infatti girate in un locale indiano a Londra con musica live e gli strumenti suonati dai musicisti indiani lo incantarono a tal punto da inserire il sitar (il famoso strumento a corde dell’India settentrionale, simbolo della musica classica indiana), suonato da lui stesso, nel celebre brano Norwegian Wood (1965).
Lo sapevate, inoltre, che una delle influenze musicali formative della leggenda del rock Freddie Mercury è stata la cantante indiana Lata Mangeshkar? La rock star mondiale, infatti, frequentò da giovane un collegio a Bombay e crebbe ascoltando continuamente le canzoni di una delle più note e rispettate protagoniste della scena musicale indiana.
Parlando invece di gruppi musicali più recenti che si sono ispirati all’India, i Coldplay vi dicono nulla? A Mumbai è stato registrato, infatti, il video di un loro famoso pezzo, Hymn For The Weekend (2015), completamente contaminato da elementi culturali indiani: il coloratissimo Holi, il festival più famoso dell’India, è al centro della narrazione del video ma i rimandi sono davvero tantissimi. Scommettiamo che riuscite a scovarli tutti?
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